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venerdì 30 novembre 2018

Omicidio di Severino Toneatto a Las Terrenas: dopo due anni si ricomincia da capo


Severino Toneatto (47), nato a Bucarest, proveniente da Belluno, appassionato di cavalli e di moto, ha anche gestito nella città veneta un’impresa di pompe funebri. La sua morte ha suscitato scalpore e sdegno visto che i sospetti assassini arrestati erano haitiani illegalmente residenti nella Repubblica Dominicana.
Dopo poco più di due anni torna alla ribalta dei media questo caso di cronaca nera che riguarda da vicino la nostra comunità e che sembrava risolto sin dall’inizio. Si tratta dell’omicidio del connazionale 47enne Severino Toneatto avvenuto nel comune di Las Terrenas nel mese di settembre del 2016.
Il Toneatto è stato ucciso nella frazione di Las Terrenas La Jagua Hoyo del Cacao nella provincia di Samana.
Risiedeva nella località turistica da 7 anni.
Un proiettile alla testa e uno all’addome, sparati da chi lo attendeva in agguato mentre ritornava a casa insieme alla moglie. Questa è stata la versione diffusa dai giornali.
Invece il connazionale è stato ucciso a casa sua in ore notturne quando erano presenti tra le mura domestiche soltanto tre persone e un bambino, lui, la moglie, la colf e il figlio della coppia. I cani non hanno abbaiato. Erano vivi e vegeti al momento del fatto. Il giorno dopo li hanno trovati avvelenati. Il veleno è stato preso all’interno della casa.
Comunque sono stati arrestati subito due haitiani. La moglie del connazionale li ha identificati. Secondo la versione dei giornali erano collaboratori del Toneatto con i quali c’erano state presumibilmente delle controversie di lavoro.
Invece i due haitiani lavoravano in un cantiere nelle vicinanze e al momento in cui è stato perpetrato l’omicidio, uno era a casa sua e l’altro stava giocando domino.
Il connazionale è stato ricoverato in una clinica dove è anche deceduto.
L’accusa agli haitiani si è basata esclusivamente sulla testimonianza della vedova che ora invece è la principale sospettata dell’omicidio.
Di primo acchito sembrò al tempo alquanto strano che degli haitiani perpetrassero un omicidio con un’arma da fuoco. Si sa che non è facile averne una nemmeno per i dominicani figuriamoci per gli haitiani che comunque per uccidere si servono degli efficacissimi machete che bastano e avanzano a tale scopo.
I due giovani haitiani sono stati arrestati e sono rimasti in carcere fino a un paio di giorni fa, oltre due anni, pur essendo evidente la loro innocenza. E questo viene riconosciuto a quanto pare da tutti, iniziando dai magistrati, dalla polizia e dalla gente in generale.
Ora il tribunale di Samaná li ha messi in libertà per mancanza di prove. La libertà dei due haitiani è anche merito dell’intervento a loro favore della comunità haitiana di Las Terrenas rappresentata da Billy Braun che in diverse occasioni ha dichiarato davanti al pubblico ministero che i due imputati erano stati arrestati ingiustamente.
La vedova, la signora Rosiris Santana Capellan, è partita subito dopo insieme al figlio per l’Italia.
È chiaro che le indagini sull’omicidio di Severino Toneatto dovrebbero ripartire proprio da lei, su cui attualmente gravano sospetti ampiamente giustificati di essere l’omicida o complice dell’omicida del connazionale.