Severino Toneatto (47), nato a Bucarest, proveniente
da Belluno, appassionato di cavalli e di moto, ha anche gestito nella città
veneta un’impresa di pompe funebri. La sua morte ha suscitato scalpore e sdegno
visto che i sospetti assassini arrestati erano haitiani illegalmente residenti
nella Repubblica Dominicana.
Dopo poco più di due anni torna alla ribalta dei
media questo caso di cronaca nera che riguarda da vicino la nostra comunità e
che sembrava risolto sin dall’inizio. Si tratta dell’omicidio del connazionale
47enne Severino Toneatto avvenuto nel comune di Las Terrenas nel mese di
settembre del 2016.
Il Toneatto è stato ucciso nella frazione di Las
Terrenas La Jagua Hoyo del Cacao nella provincia di Samana.
Risiedeva nella località turistica da 7 anni.
Un proiettile alla testa e uno all’addome, sparati
da chi lo attendeva in agguato mentre ritornava a casa insieme alla moglie.
Questa è stata la versione diffusa dai giornali.
Invece il connazionale è stato ucciso a casa sua in
ore notturne quando erano presenti tra le mura domestiche soltanto tre persone
e un bambino, lui, la moglie, la colf e il figlio della coppia. I cani non
hanno abbaiato. Erano vivi e vegeti al momento del fatto. Il giorno dopo li hanno
trovati avvelenati. Il veleno è stato preso all’interno della casa.
Comunque sono stati arrestati subito due haitiani.
La moglie del connazionale li ha identificati. Secondo la versione dei giornali
erano collaboratori del Toneatto con i quali c’erano state presumibilmente
delle controversie di lavoro.
Invece i due haitiani lavoravano in un cantiere
nelle vicinanze e al momento in cui è stato perpetrato l’omicidio, uno era a
casa sua e l’altro stava giocando domino.
Il connazionale è stato ricoverato in una clinica
dove è anche deceduto.
L’accusa agli haitiani si è basata esclusivamente
sulla testimonianza della vedova che ora invece è la principale sospettata
dell’omicidio.
Di primo acchito sembrò al tempo alquanto strano che
degli haitiani perpetrassero un omicidio con un’arma da fuoco. Si sa che non è
facile averne una nemmeno per i dominicani figuriamoci per gli haitiani che
comunque per uccidere si servono degli efficacissimi machete che bastano e
avanzano a tale scopo.
I due giovani haitiani sono stati arrestati e sono
rimasti in carcere fino a un paio di giorni fa, oltre due anni, pur essendo
evidente la loro innocenza. E questo viene riconosciuto a quanto pare da tutti,
iniziando dai magistrati, dalla polizia e dalla gente in generale.
Ora il tribunale di Samaná li ha messi in libertà
per mancanza di prove. La libertà dei due haitiani è anche merito
dell’intervento a loro favore della comunità haitiana di Las Terrenas
rappresentata da Billy Braun che in diverse occasioni ha dichiarato davanti al
pubblico ministero che i due imputati erano stati arrestati ingiustamente.
La vedova, la signora Rosiris Santana Capellan, è
partita subito dopo insieme al figlio per l’Italia.
È chiaro che le indagini sull’omicidio di Severino
Toneatto dovrebbero ripartire proprio da lei, su cui attualmente gravano
sospetti ampiamente giustificati di essere l’omicida o complice dell’omicida
del connazionale.