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venerdì 5 gennaio 2024

Il narcotrafficante Michael Saba come italiano anziché colombiano dava meno nell’occhio nella Repubblica Dominicana?

 

 



Non si sa di preciso quando il connazionale trentenne Michael Saba, imputato dell’orrendo omicidio della ventisettenne venezuelana Yenny Carolina Pérez Canelón è giunta nella Repubblica Dominicana. Di certo non meno di due anni fa. Ha convissuto, infatti, con una donna durante un anno, dalla quale si è separato lo scorso mese di febbraio. E di questa storia sentimentale è rimasto lo strascico di un processo per maltrattamenti.

Durante la sua permanenza nel Paese, l’italo-colombiano ha svolto con lauti guadagni la sua attività principale che era il traffico della droga tusi nota anche come la cocaina rosa.

Accanto a questa attività, secondo il pubblico ministero, il Saba si dedicava alle truffe immobiliari. Non è dato sapere quanto sia fondata questa affermazione del magistrato. È stato comunque rilevato che il giovane omicida spostava con frequenza il suo domicilio e affittava appartamenti lussuosi come quello del grattacielo Piantini per qualche giorno. Sono stati citati tre centri urbani in cui il connazionale ha soggiornato: Santo Domingo, Bonao e Las Terrenas. Probabilmente le truffe immobiliari, la sua seconda attività illecita, le ha perpetrate a Las Terrenas , che ormai viene considerata per i suoi altissimi prezzi nel settore la Dubai dei Caraibi.

Michael  Saba non risulta iscritto all’AIRE della nostra sede consolare. Con ogni probabilità risiedeva illegalmente nella Repubblica Dominicana. Anche questo aspetto non viene preso in considerazione dai media locali, eppure ha la sua importanza.

Sembra plausibile che Michael Saba abbia scelto di fare ingresso nel Paese che ci ospita con il passaporto italiano per dare meno nell’occhio. Come italiano ha potuto muoversi in giro liberamente. Se avesse optato per il passaporto colombiano, tante cose non gli sarebbero riuscite con altrettanta facilità, anche se a livello di numeri di turisti nella Repubblica Dominicana, quelli colombiani con oltre 200.000 sono circa tre volte di più rispetto a quelli provenienti dalla nostra penisola.