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domenica 7 gennaio 2024

Smantellano una rete di truffe su progetti abitativi

 



Il Pubblico Ministero ha riferito mercoledì scorso di aver arrestato, in coordinamento con una squadra della Polizia Nazionale, Emmanuel Rivera Ledesma e altri membri di una rete che truffava milioni di pesos a persone a cui venivano offerti alloggi in falsi progetti immobiliari attraverso molteplici manovre fraudolente.

Nell'ambito dell'"Operazione Nido", iniziata mercoledì scorso, il Pubblico Ministero e la Polizia Nazionale hanno effettuato venticinque perquisizioni a San Cristóbal, Dajabón, Espaillat, Sánchez Ramírez e nel Distretto Nazionale, ha precisato una nota della Procura Generale della Repubblica (PGR).

È stato sottolineato che 170 agenti di polizia e 28 pubblici ministeri hanno eseguito gli ordini di perquisizione e arresto, sequestrando prove legate al caso.

Dall'indagine è emerso che almeno 144 vittime hanno presentato querele al Pubblico Ministero.

"La maggior parte delle persone colpite sono persone che lavorano duramente e che, con sacrifici, hanno contribuito con ingenti somme di denaro per acquistare una casa che non hanno mai ricevuto", aggiunge la nota.

Alcuni dei truffati sono stati minacciati e intimiditi da Rivera Ledesma, quando si sono lamentati dell’inadempienza.

La rete criminale ha creato un sistema immobiliare fraudolento per realizzare truffe, falsificazioni, associazione a delinquere e riciclaggio di denaro a danno delle vittime alle quali ha offerto case attraverso sette progetti immobiliari.

Nel corso delle indagini sono emerse prove che dimostrano che l'imputato Emmanuel Rivera Ledesma ha utilizzato nomi di personaggi noti per far credere alle vittime di essere protetto da personalità che non conosceva nemmeno. Inoltre, sono state raccolte prove della vita lussuosa che diversi membri della rete conducevano con il denaro ottenuto dalle vittime.

A seguito delle indagini, l'imputato Rivera Ledesma ha avviato una serie di manovre con l'obiettivo di impedire alle vittime di sporgere denuncia contro di lui o di spingerli a ritirare le denunce già presentate.

Ha anche cercato di convincere le vittime a firmare nuovi contratti e a intraprendere altre azioni volte a ostacolare il processo investigativo, il che dimostra che è necessario che gli imputati e gli altri membri della rete subiscano una misura coercitiva che impedisca loro di distruggere le prove e di rappresentare una chiara minaccia per le persone truffate, ha riferito il Pubblico Ministero.