La
salma di Alessandro Grandis è arrivata ieri alle 9:30 all‘aeroporto di Milano.
I funerali sono previsti per domani. Non ci sarà una seconda autopsia in Italia
come si era invece ipotizzato in un primo tempo dopo l’apertura da parte della
Procura di Savona di un fascicolo “modello 45”, ovvero il registro degli “atti non
costituenti notizia di reato”. Nel caso in cui emergessero sviluppi rilevanti in
seguito allora non è da escludere che gli inquirenti italiani indaghino
direttamente sulla vicenda (in questo caso la competenza dovrebbe essere
comunque della Procura romana).
Sul fronte
della Repubblica Dominicana non abbiamo novità. Le indagini continuano. Le
ipotesi sono ora due, l’omicidio e la morte incidentale.
Vale la pena
di menzionare alcune circostanze che meritano la nostra attenzione.
Balcón e balcone
Sono in
parte due parole che rientrano tra “i falsi amici” tanto temuti dai traduttori.
Di fatto non significano esattamente la stessa cosa. Mentre in italiano il
balcone fa riferimento soltanto allo spazio sporgente da una finestra e
limitato da un parapetto o ringhiera, in spagnolo può definire anche un
terrazzo, quindi un ampio spazio delimitato sempre da parapetto o ringhiera.
Finora si è fatta spesso confusione e si è ritenuto che il giovane farmacista
fosse precipitato dal balcone dell’appartamento dove era alloggiato. In realtà
il soggiorno dove Alessandro dormiva aveva accesso a un ampio terrazzo, dal
quale si poteva godere anche una bella panoramica. Si tratta di due situazioni
sostanzialmente diverse perché se pensiamo a un balcone, l’eventuale omicida avrebbe
dovuto accedere al soggiorno dell’appartamento per aggredire e lanciare il
giovane verso l’area della piscina. Trattandosi invece di un terrazzo è anche
pensabile l’ipotesi che il farmacista stesse telefonando appoggiato al
parapetto quando è stato aggredito alle spalle, tramortito e lanciato verso l’area
della piscina. L’ipotesi dell’incidente mi sembra assolutamente da scartare per
gli stessi motivi per i quali la tesi del suicidio è stata abbandonata.
Evidentemente l’omicida o gli omicidi avevano accesso al terrazzo.
Alessandro era in stato di
incoscienza quando è precipitato
Lo si deduce dal fatto che il farmacista savonese
non abbia subito nessuna frattura agli arti. Si suppone che altrimenti avrebbe
cercato di proteggere la testa con le braccia o di cadere in piedi. Invece è atterrato
sul pavimento nella stessa posizione in cui è stato trovato e cioè supino. Ha subito
delle fratture alla spina dorsale, ma la causa della morte sarebbe il trauma
cranico che ha provocato anche una ferita sanguinante. Secondo il medico legale
il trauma cranico si è originato in seguito alla caduta. La testa del giovane era
a due metri dalla parete e le gambe erano immerse nell’acqua. Il corpo è
scivolato di circa una ventina di centimetri sulle piastrelle dell’area della
piscina una volta atterrato, lasciando una scia di sangue. La distanza dalla
parete e la posizione di arrivo del corpo fanno pensare che il giovane sia
stato scaraventato orizzontalmente e con le gambe in avanti da una o due
persone. Alessandro era alto 1,65 ed era snello, forse pesava meno di 6o kg non
avrebbe quindi rappresentato un grosso fardello.
Il giovane farmacista è stato rinvenuto da un impiegato del residence
Alle ore 7:12 secondo il verbale della polizia il
giovane è stato rinvenuto da un impiegato del residence sull’area della piscina.
Il farmacista non sarebbe stato morto, ma “agonizzante”, quindi ancora in vita.
Il medico legale e la polizia sono arrivati alle ore 9:00, due ore dopo circa.
L’impiegato di origine haitiana non è stato interrogato. Non si capisce se sia
stato chiamato un medico e nemmeno quando il giovane sia deceduto e chi abbia
accertato il suo decesso.