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mercoledì 10 maggio 2017

Alcuni dettagli sul caso Grandis: non si farà l’autopsia in Italia, il funerale è previsto per domani. Il giovane non ha subito fratture agli arti. Non era morto quando è stato rinvenuto




La salma di Alessandro Grandis è arrivata ieri alle 9:30 all‘aeroporto di Milano. I funerali sono previsti per domani. Non ci sarà una seconda autopsia in Italia come si era invece ipotizzato in un primo tempo dopo l’apertura da parte della Procura di Savona di un fascicolo “modello 45”, ovvero il registro degli “atti non costituenti notizia di reato”. Nel caso in cui emergessero sviluppi rilevanti in seguito allora non è da escludere che gli inquirenti italiani indaghino direttamente sulla vicenda (in questo caso la competenza dovrebbe essere comunque della Procura romana).
Sul fronte della Repubblica Dominicana non abbiamo novità. Le indagini continuano. Le ipotesi sono ora due, l’omicidio e la morte incidentale.
Vale la pena di menzionare alcune circostanze che meritano la nostra attenzione.
Balcón e balcone
Sono in parte due parole che rientrano tra “i falsi amici” tanto temuti dai traduttori. Di fatto non significano esattamente la stessa cosa. Mentre in italiano il balcone fa riferimento soltanto allo spazio sporgente da una finestra e limitato da un parapetto o ringhiera, in spagnolo può definire anche un terrazzo, quindi un ampio spazio delimitato sempre da parapetto o ringhiera. Finora si è fatta spesso confusione e si è ritenuto che il giovane farmacista fosse precipitato dal balcone dell’appartamento dove era alloggiato. In realtà il soggiorno dove Alessandro dormiva aveva accesso a un ampio terrazzo, dal quale si poteva godere anche una bella panoramica. Si tratta di due situazioni sostanzialmente diverse perché se pensiamo a un balcone, l’eventuale omicida avrebbe dovuto accedere al soggiorno dell’appartamento per aggredire e lanciare il giovane verso l’area della piscina. Trattandosi invece di un terrazzo è anche pensabile l’ipotesi che il farmacista stesse telefonando appoggiato al parapetto quando è stato aggredito alle spalle, tramortito e lanciato verso l’area della piscina. L’ipotesi dell’incidente mi sembra assolutamente da scartare per gli stessi motivi per i quali la tesi del suicidio è stata abbandonata. Evidentemente l’omicida o gli omicidi avevano accesso al terrazzo.
Alessandro era in stato di incoscienza quando è precipitato
Lo si deduce dal fatto che il farmacista savonese non abbia subito nessuna frattura agli arti. Si suppone che altrimenti avrebbe cercato di proteggere la testa con le braccia o di cadere in piedi. Invece è atterrato sul pavimento nella stessa posizione in cui è stato trovato e cioè supino. Ha subito delle fratture alla spina dorsale, ma la causa della morte sarebbe il trauma cranico che ha provocato anche una ferita sanguinante. Secondo il medico legale il trauma cranico si è originato in seguito alla caduta. La testa del giovane era a due metri dalla parete e le gambe erano immerse nell’acqua. Il corpo è scivolato di circa una ventina di centimetri sulle piastrelle dell’area della piscina una volta atterrato, lasciando una scia di sangue. La distanza dalla parete e la posizione di arrivo del corpo fanno pensare che il giovane sia stato scaraventato orizzontalmente e con le gambe in avanti da una o due persone. Alessandro era alto 1,65 ed era snello, forse pesava meno di 6o kg non avrebbe quindi rappresentato un grosso fardello.
Il giovane farmacista è stato rinvenuto da un impiegato del residence
Alle ore 7:12 secondo il verbale della polizia il giovane è stato rinvenuto da un impiegato del residence sull’area della piscina. Il farmacista non sarebbe stato morto, ma “agonizzante”, quindi ancora in vita. Il medico legale e la polizia sono arrivati alle ore 9:00, due ore dopo circa. L’impiegato di origine haitiana non è stato interrogato. Non si capisce se sia stato chiamato un medico e nemmeno quando il giovane sia deceduto e chi abbia accertato il suo decesso.