Gli immigrati haitiani controllano ormai il
mercato dei venditori ambulanti negli incroci della capitale.
In ogni angolo di strada della città, gli
haitiani superano i dominicani nelle vendite ambulanti in un rapporto di 10 a
2.
Tra posti di vendita di gelati, arachidi e
biscotti, questi lavoratori informali si sistemano con sgabelli e sedie
plastiche per offrire uno spuntino a coloro che transitano per le strade della
città.
Ad esempio, il viale Máximo Gómez all'incrocio
con il viale 27 de febrero è circondato da circa otto carrelli di vendite
diverse. Questi occupano i quattro angoli di strada. Altri preferiscono
caricare sulle spalle le casse piene di ananas, avocadi, mamón, banane, angurie
e bottiglie plastiche di acqua.
"Chi è sprovvisto di documenti di regolarizzazione non ha
diritto a transitare per le strade del Paese." Lo dice Carlos Amarante Baret, ministro dell'Interno e della
polizia.
Tale situazione si riscontra anche nei viali
Abraham Lincoln, Winston Churchill e San Vicente de Paul, dove gli haitiani
prevalgono fortemente tra i venditori informali, annullando quasi la presenza
di dominicani.
Tempo fa gli animali domestici, i pezzi di
pizza e le ricariche per cellulari erano i prodotti più offerti presso i
semafori. Oggi tutto questo è cambiato secondo i venditori a causa della scarsa
domanda.
Ma non sono solo gli haitiani ad aver
sostituito i dominicani nelle vendite ambulanti. Un gran numero di venezuelani
si sono introdotti in quel mercato informale, in particolare nel viale Duarte e
in altri punti della città.
Così, con vaschette piene di limonate, succhi
di frutta, "cachapas" e pasticcini venezuelani; gli immigrati del
paese sudamericano cercano di guadagnarsi la vita e di campare onestamente.
In gran parte si tratta di giovani che non
superano i 25 anni di età e molti sono professionisti o appartenenti alla
classe media che hanno dovuto emigrare dal loro Paese.
Venezuela e Haiti attraversano una difficile situazione politica,
economica e sociale, il che ha provocato l'emigrazione di migliaia di cittadini
diretti verso diverse nazioni tra cui la Repubblica Dominicana.
Più di 30.000 venezuelani sono entrati e usciti
dal Paese negli ultimi mesi. Per l'ingresso nel territorio nazionale, i
venezuelani non necessitano di visto dominicano, solo di una carta turistica,
diversamente dai dominicani, che devono essere in possesso di un visto per
viaggiare in Venezuela.
Manca comunque una statistica precisa che
consenta di conoscere il numero di arrivi di venezuelani nella Repubblica
Dominicana.
Dinanzi a tale situazione, nel mese di aprile
si è convenuto che il tema migratorio tra il Venezuela e la Repubblica Dominicana
sia un aspetto da approfondire da parte dei ministri degli esteri di entrambi i
paesi.
Nel caso degli haitiani, la Direzione Generale
di Migrazione (DGM) ha rimpatriato verso la fine dell'anno scorso 30.159
haitiani e 154 persone di altre nazionalità che risiedevano irregolarmente
nella Repubblica Dominicana.
SI ANNUNCIANO MISURE CHE PERÒ NON VENGONO APPLICATE
Il mese scorso, il ministro degli interni e della
polizia, Carlos Amarante Baret, ha annunciato che avrebbe rafforzato i
controlli migratori vista la "valanga" di cittadini stranieri, in
maggioranza haitiani e venezuelani, irregolarmente residenti nel Paese.
"Noi abbiamo un regime migratorio e
dobbiamo istituire dei controlli", ha precisato il funzionario, facendo
presente che il governo dominicano ha avviato nel 2014 il piano nazionale di regolarizzazione
che ha comportato un investimento di 50 milioni di dollari, permettendo la
regolarizzazione di circa 249.000 cittadini stranieri di cui il 98% erano
haitiani. Ed ha aggiunto: "Chi non ha i suoi documenti in regola non ha il
diritto di girare per le strade" ha avvertito il funzionario.
Ha inoltre riferito che questa situazione è
preoccupante. "Abbiamo qui una quantità determinata di posti di lavoro. Si
tratta di una situazione che stiamo osservando. Ci siamo organizzati come
nazione e abbiamo un regolamento migratorio. Le regole ci sono, dobbiamo
applicarle".