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sabato 27 maggio 2017

Una delle ipotesi della chiusura della sede diplomatica di Santo Domingo era la volontà di coprire episodi di malversazione relativi alla cooperazione in Haiti, facendo scomparire gli incartamenti o comunque rendendo difficile la loro consultazione




Con decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 19 maggio scorso, il Ministero degli esteri ha comunicato delle variazioni per quel che riguarda la competenza territoriale dei consolati di Panama e di Santo Domingo. In particolare si stabilisce che la circoscrizione di Santo Domingo resta limitata al territorio della Repubblica Dominicana. Mentre invece l’ambasciata di Panama viene riconfermata competente per il territorio dello Stato, Antigua  e  Barbuda,  Saint Kitts e Nevis e Haiti.
Viene da porsi una domanda: perché non è stato riconfermato il territorio precedente della circoscrizione? Probabilmente questa decisione in qualche modo c’entra anche con noi, comunità italiana di Santo Domingo. E mi spiego: la circoscrizione consolare di Santo Domingo ha da sempre ricompreso quel territorio che ora resta incluso nella circoscrizione consolare di Panama. Va segnalato che Santo Domingo si trova esattamente a metà strada tra Antigua e Barbuda, Saint Kitts e Nevis da una parte e Panama dall’altra. Neanche parlare poi di Haiti, da dove si può raggiungere la nostra sede consolare via terra.
Sembra quasi che i funzionari della Farnesina abbiano accolto a denti stretti il ripensamento del governo e la decisione della riapertura della nostra sede diplomatica e che siano riusciti a spuntare uno status quo per il resto dell’antica circoscrizione. Ma che senso ha? Soprattutto per Haiti?
Semplice, soprattutto per Haiti è che le cose non tornano come prima perché evidentemente Haiti c’entra con la chiusura della nostra sede diplomatica più di quanto è trasparso finora. A questo riguardo cito alcuni stralci di articoli miei pubblicati nel 2015:
“Le ragioni della rimozione dell'ambasciata italiana di Santo Domingo vanno cercate a mio avviso all'interno del conflitto di interessi instaurato da Mario Monti nel 2011, quando insediò nella Farnesina il fondatore della Comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi e il dirigente della stessa Mario Giro. La Comunità di Sant'Egidio ovvero l'Onu di Trastevere non è un centro di riabilitazione per tossicodipendenti ma un vero e proprio doppione cattolico della Farnesina, con la sola differenza che i beneficiari dei suoi servizi sono in stragrande maggioranza stranieri poco abbienti. Questo colosso internazionale si avvale, come ogni istituzione di beneficenza, dell'apporto di terzi, in particolare dei governi degli stati dove interviene. Se prima bussavano alla porta della Farnesina per chiedere un'elemosina, dopo tale nomina alla guida della cooperazione internazionale questo non è stato più necessario. Potevano attingere alle risorse direttamente! E siccome dicevano gli antichi che per risolvere gli enigmi più astrusi bastava porsi la domanda "Cui prodest" (chi se ne beneficia), ecco pronta la risposta alla domanda del perché la nostra ambasciata è stata chiusa. Se ne è beneficiata la Comunità di Sant'Egidio? Come mai? C'entra forse la cooperazione, i fondi destinati ai terremotati di Haiti, l'insabbiatura di qualche indagine su vicende poco chiare? Tante voci che girano... Di fatto Mario Giro ha voluto ostinatamente e ingiustificatamente chiudere l'ambasciata di Santo Domingo e i suoi legami con la Comunità di Sant'Egidio non sono un segreto per nessuno.”

Missione compiuta!

“Che siano fondate le voci, giunte anche alle orecchie del senatore Cuomo, riguardanti presunte irregolarità commesse in Haiti da Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di Sant'Egidio, durante la vigenza del suo mandato di ministro della cooperazione internazionale? Una bomba questa sì che avrebbe potuto scoppiare e proprio fra le mani dei pii sant'edigidini. Solo voci, certo. Chi potrebbe oggi indagare? Missione compiuta? Beh l'ambasciata è chiusa e chi volesse vedere le carte si dovrebbe tirare su le maniche e armare di tanta pazienza e buona volontà! Non sarebbe mica un'impresa facile! “

Incontro con il senatore Mario Cuomo
“Malversazioni: la frettolosità della chiusura e dello smantellamento della sede diplomatica nonché la scomparsa della documentazione cartacea fa pensare piuttosto a un tentativo ben riuscito di insabbiamento delle prove. Tant'è che apprendo oggi che la procura di Roma ha archiviato le indagini!
Se questa è la vera motivazione e cioè un insabbiamento delle prove, dobbiamo ripensare tutto daccapo e prendere delle iniziative, ben consapevoli di questo nuovo stato delle cose! E soprattutto sarebbe da vedere a quali malversazioni si fa riferimento perché se si tratta di cooperazione internazionale ne vedremo delle belle! Infatti, nessuno alla Farnesina è legato alla cooperazione internazionale più di Mario Giro, sottosegretario agli esteri, funzionario della Comunità di Sant'Egidio, braccio destro di Andrea Riccardi, fondatore della menzionata Comunità ed ex ministro della cooperazione internazionale durante il governo Monti. Mario Giro è il principale artefice della chiusura della nostra sede diplomatica!”
L’incartamento relativo ad Haiti e alla cooperazione in seguito al grave terremoto non tornerà a Santo Domingo. I funzionari promotori della chiusura della nostra sede su questo sono riusciti ad avere la meglio. Forse siamo sulla pista giusta: non c’entra il risparmio, non c’entra il traffico dei visti… c’entrano solo delle malversazioni? Molto probabile…