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sabato 27 maggio 2017

Se il fabbro ti dice di rifare le inferriate, lo fa per tornaconto, se il chirurgo ti dice di operarti, non lo pensi due volte… Siamo certi che i chirurghi meritino tutta questa fiducia, in questo Paese e in tutto il mondo?




Un gruppo di italiani a cena ieri, mentre ci godevamo la bella serata in un ristorante italiano abbiamo affrontato un tema che verteva sulla salute. In particolare ci siamo subito imbattuti con il timore riverenziale indotto dai medici in generale e dai medici chirurghi in particolare sui pazienti. Al  mio compare presente alla cena dopo ripetuti esami è stata riscontrata una parziale otturazione, causata da colesterolo cristallizzato, di una delle valvole dell’aorta. Il responso dei chirurghi è stato perentorio: operare immediatamente.
Sono sempre attendibili i medici o come i fabbri anche loro pensano principalmente a incrementare il loro volume d’affari? Tutti sappiamo che esiste un giuramento alla base dell'esercizio della professione medica: il giuramento di Ippocrate. Ci è stata inculcata da piccoli la sua esistenza e pensiamo che sia molto significativa.
È meglio però che non ci lasciamo molto condizionare da questo giuramento fatto poi nei confronti di chi? In effetti il principale interesse di ogni professionista è  sviluppare il suo lavoro in quanto ha una struttura da mantenere con tanto di locali, personale e impianti, oltre ovviamente ad avere la necessità di mantenere un dignitoso livello di vita per sé e per la sua famiglia. Tutto questo viene evidentemente prima dell'interesse che può avere il paziente di mantenersi in salute. Non è che con questo io voglia attribuire anche ai chirurghi la frase latina dei nostri antenati: mors tua vita mea (la tua morte è la mia vita). Sicuramente le cose non vanno messe su questo piano. Comunque siamo certi che l'interesse del paziente non può prevalere sull'interesse economico del medico e della struttura che dipende da lui. E con questo non voglio insultare la professione medica.
Quindi davanti a una proposta di intervento chirurgico, non perdiamo la testa, ragioniamo con freddezza, guardiamo il chirurgo come se fosse un fabbro e prendiamo tempo. Un intervento ad esempio a cuore aperto comporta seri rischi per il paziente. Vale la pena di assumerseli? Per il chirurgo non ci sono mai rischi, tanto i suoi onorari gli sono sempre garantiti e alla fine dell’intervento potrà sempre dire che l’operazione ha avuto pieno successo, il paziente è morto, ma l’operazione ha avuto pieno successo…
Se vivi normalmente, lavori, guidi la macchina, ti muovi, non ci può essere tutta quell’urgenza. Esiste una dieta che può sciogliere i cristalli di colesterolo? Ho trovato subito in rete dei farmaci che vengono proposti come efficaci a questo scopo. Un trattamento di qualche settimana per poi rifare gli esami sembra essere molto più opportuno di un rischioso intervento immediato.
Un altro amico presente ha raccontato un episodio capitatogli qualche tempo fa. Dopo tre giorni di forti dolori alla cistifellea si recò dal medico che gli fece le lastre e dopo averle esaminate, constatata la presenza di calcoli in detta ghiandola concluse che bisognava fare l'intervento chirurgico che consiste nell’estirpazione della cistifellea. Il mio amico era già rassegnato, prese le sue lastre salì sulla sua macchina e passò per il ristorante Cappuccino nelle vicinanze della Máximo Gómez. Parlando al bancone con gli amici sulla necessità dell’intervento, un medico naturalista italiano che era in visita al Paese e che si trovava anche lui seduto sul bancone, si intromise nella conversazione e volle vedere le lastre. Una volta constatata l’esistenza dei calcoli gli consigliò di provare prima di operarsi a seguire una dieta per qualche giorno di pomodori, limone e olio d'oliva. Il mio amico seguì alla lettera questa dieta e una settimana dopo rifece le lastre: i calcoli non c'erano più!
Ragionare con freddezza, superare il timore riverenziale, valutare i rischi sono atteggiamenti che possono fare la differenza tra la vita e la morte.