Raquel Pappaterra |
L'impero di Diandino Peña costituito da 29 società delle
quali ben 15 offshore trema. Il presidente Danilo Medina lo destituisce da
ministro dei trasporti. Si annunciano indagini presso la Procura della
Repubblica. Alla base di tutto: una buccia di banana che ha fatto scivolare un
gigantesco colosso economico formatosi negli anni di governo del PLD. Il figlio
di Diandino Peña Cristian Otoniel, Otto per gli amici, ha divorziato dalla
bella nostra connazionale Raquel Pappaterra e, magari, non immaginava nemmeno a
cosa sarebbe andato incontro. Non per niente in Italia il veleno più mortifero
si chiama proprio così: Belladonna. Nel frattempo lo si dice legato sentimentalmente
alla figlia dell'ex presidente Leonel Fernández.
L'ex ministro dei Trasporti Diandino Peña, braccio destro in
particolare dell'ex presidente Leonel Fernández e noto per la realizzazione
della metropolitana di Santo Domingo, nel corso di un'intervista con una
giornalista locale ha fatto delle ammissioni che hanno destato grande scalpore.
Evidentemente la giornalista sulla base delle informazioni acquisite nella
menzionata causa di separazione di beni per motivi di divorzio ha impostato le
sue domande in modo sapiente, raggiungendo pienamente lo scopo voluto.
Otto e la figlia di Leonel |
Della rete di società facenti capo a Diandino Peña, una
buona parte, otto società dominicane e due estere, figura nei documenti giudiziari
dell'azione legale relativa alla separazione dei beni presentata da Raquel
Pappaterra, ex moglie di Cristian Otoniel Peña, figlio dell'ex ministro dei
trasporti. Tutte le società dominicane erano domiciliate nell'ultimo dei
grattacieli Torres Diandy, il XIX e ora sono state trasferite nel Silver Sun
Gallery e tre di queste che dichiarano di non essere operative, si sono servite
di certificati finanziari per saldare RD$82,5 milioni dei prestiti del progetto
Silver Sun Gallery. Ciascuna di queste ha come azionista di maggioranza società
registrate in Panama: Bayside Bridge, East River Development e Mencar Holding
secondo quanto risulta nella Camera di Commercio Dominicana.
Gli avvocati di Raquel Pappaterrà sostengono che Otto Peña sia
azionista in tutte queste società, che il valore delle azioni da lui possedute
rientri nella comunione dei beni degli ex coniugi e che queste società siano
state create per occultare valori patrimoniali. Intanto è stata bloccata la
possibilità di trasferimento delle azioni in questione. L'oriunda italiana
esige che lo stato stabilisca la vera finalità dell'esistenza di queste società
"che evidentemente sono società familiari senza scopi imprenditoriali di
sorta, esistenti per la realizzazione di operazioni multimilionarie senza
compromettere patrimonialmente i veri titolari di tali operazioni e dei
relativi beni".