Queste banconote alla cui rincorsa passiamo la
maggior parte della vita… Pezzi di carta colorata dal costo di pochi spiccioli.
La gente lavora e spesso anche si scanna per loro!
C’è stato un tempo in cui i mezzi di pagamento
avevano un valore intrinseco, ad esempio le monete d’oro. In pratica agli
albori della nostra civiltà gli acquisti erano baratti. I mezzi di pagamento
potevano essere fusi e trasformati in gioielli. Chi doveva pagare i servizi di
qualcuno, doveva assicurarsi di avere sufficienti mezzi di pagamento. Gli stati
non emettevano banconote. Semplicemente coniavano monete. Al limite
imbrogliavano un po’ sulla purezza dell’oro o dell’argento di cui si servivano.
C’è stato poi un tempo in cui i pagamenti venivano
fatti con biglietti di banca che garantivano una copertura in oro e infine
siamo arrivati alla situazione attuale che di fatto ha caratterizzato la storia
del secolo XX in cui i biglietti di carta non rappresentano niente, circolano e
vengono accettati in virtù della legge che lo impone. Si parla di corso
forzoso.
Si è avverato così un vecchio sogno dell’umanità:
trasformare qualcosa di poco valore in oro. Gli alchimisti per secoli hanno
cercato di ottenere oro dai metalli non pregiati. Non ci sono mai riusciti.
Invece quello stesso risultato è stato raggiunto con la vile carta, un
materiale che vale molto meno di qualunque metallo. Chi emette moneta trasforma
la carta in oro e quell’oro gli appartiene. Lo arricchisce. La banca centrale
dominicana aumenta le sue riserve quando emette moneta. Ad esempio quando si
parla delle rimesse provenienti dall’estero: oltre cinque miliardi di dollari
l’anno. Questi vanno tutti a finire nelle casse della banca centrale che li
trasforma in carta colorata locale per la sua circolazione nel Paese. Le
emissioni si fanno quando l’economia cresce anche a seguito dell’incremento demografico
oppure ad esempio a fronte dell’inflazione. Ma esiste una miriade di ragioni
per cui l’emissione di banconote si rende necessaria. Il più delle volte la
banca centrale ne trae un diretto beneficio. L’inflazione ai tempi in cui tutte
le banche centrali erano pubbliche veniva considerata addirittura una tassa
occulta.
Una tipografia clandestina in grado di stampare
banconote perfette toglierebbe tutta questa ricchezza alla banca centrale
dominicana e quindi allo stato dominicano in quanto questo istituto di
emissione è pubblico.
La stessa tipografia in Italia invece promuoverebbe
l’economia aumentando la quantità di moneta in circolazione e non
rappresenterebbe in modo assoluto una perdita per lo stato italiano. A
rimetterci sarebbe solo la banca centrale europea e Bankitalia SpA.
Su 100.000 euro emessi nell'UE, 14.000 vengono
devoluti alla banca centrale italiana, Bankitalia Spa. Essendo questa privata,
non se ne beneficia lo stato italiano, ma solo i banchieri proprietari del
capitale sociale di Bankitalia Spa.
Il discorso della miriade di motivazioni che stanno
alla base di un’emissione monetaria resta invariato anche per l’Italia. Vi
rientra anche l’inflazione. Lo stato italiano per far fronte a queste esigenze
di emissione deve rivolgersi alla banca centrale europea e non lo può fare
nemmeno direttamente: questo processo deve avvenire attraverso la mediazione
del sistema bancario privato. Così lo prevede il trattato di Maastricht. A tal
fine lo stato emette titoli di debito. Quindi per l’Italia l’eventuale crescita
economica e demografica e addirittura l’inflazione comportano non un aumento delle
sue risorse, ma un aumento del debito pubblico. Ecco perché sarebbe augurabile
il proliferare in Italia dei falsari. Gioverebbe persino al debito pubblico che
si incrementerebbe di meno!
Di queste cose non si parla. L’avete notato? Nemmeno
quei politici tanto ammirati e che sembrano così bravi e onesti!