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mercoledì 24 maggio 2017

I motivi della chiusura della nostra ambasciata sono chiari e lampanti. Chi ha bisogno di risposte per i suoi dubbi al riguardo si rivolga a Mario Giro, viceministro degli Esteri. Lo stesso vale per la lentezza del ripristino della sua operatività




Si deve tornare sempre sul tema della chiusura della nostra ambasciata. A volerla fortemente è stato l’allora sottosegretario agli esteri Mario Giro, oggi viceministro, che per raggiungere questo suo scopo ha fatto carte false. E mi spiego subito, tanto per non essere frainteso. Il provvedimento, le cui conseguenze ci hanno provocato e ci provocano tutt’oggi tanto disagio, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri sulla base di falsi presupposti. Fondamentalmente due:
-          la nostra ambasciata si autofinanziava e quindi non poteva rientrare in una legge che prevedeva il risparmio
-          non era evidentemente possibile garantire nella nostra circoscrizione consolare l’invarianza dei servizi, tassativamente prevista dalla legge in questione
Mario Giro ha sottaciuto queste cose e quindi è il vero artefice della chiusura della nostra ambasciata. Per chi vuole le risposte eccone ancora due:
-          l’ambasciata è stata chiusa perché un burocrate l’ha fortemente voluto. A tal fine ha fatto praticamente carte false
-          l’ambasciata non è ancora operativa perché questo burocrate ora viceministro è sovraordinato al processo di riapertura
Un gruppo di italiani qui residenti si è attivato subito, ancora prima che il provvedimento fosse approvato. Ci sono state delle interrogazioni parlamentari, c’è stata una manifestazione di fronte all’ambasciata. Questo gruppo ha portato avanti una lotta a tutto campo documentabile, sollevando un polverone. Lo ha ammesso lo stesso sottosegretario oggi viceministro: “la comunità italiana di Santo Domingo ha sollevato un polverone.”
A noi subito dopo si sono affiancate altre forze che sono state decisive. Ognuno ha apportato il suo granello di sabbia. Qualcuno ha speso anche fior di quattrini, come per esempio Angelo Viro ed Enzo Serravalle, vicepresidente e presidente della Casa de Italia rispettivamente, che hanno presentato un ricorso al TAR del Lazio, grazie al quale la nostra vicenda è stata portata al centro dell’attenzione da un punto di vista giuridico, ottenendo con la sentenza del TAR a noi favorevole il primo riconoscimento della giustezza delle nostre rivendicazioni.
A un certo punto è stata annunciata la riapertura della nostra ambasciata. Abbiamo esultato! Ma non c’è stato tempo per festeggiare perché da più parti siamo stati invitati alla moderazione: “l’ambasciata non l’avete riaperta voi”. Effettivamente è così, noi abbiamo apportato il nostro granello di sabbia. Sicuramente nel “polverone” di cui parla Mario Giro e che è secondo lui alla base del ripensamento del governo, noi c’entriamo più degli altri. Ma ci hanno detto gli invidiosi che pullulano tra i nostri connazionali qui residenti di non allargarci troppo e noi per amor di pace ci siamo adeguati.
Il tempo passa e la gente dimentica. C’è qualcuno che opera dietro le quinte in maniera intrigante e che diffonde una singolare teoria. Questa tende a capovolgere la realtà, introducendo il sospetto che noi, il gruppo di persone che più si è dato da fare per ottenere la riapertura della nostra sede diplomatica, tutti militanti nel MAIE, siamo i responsabili della chiusura della stessa. E ci vengono fatte assiduamente delle domande per le quali si esigono anche delle risposte e se queste non sono soddisfacenti, e non lo sono mai per loro, gridano allo scandalo.
Queste domande e queste richieste di risposte che ci vengono rivolte sono in realtà velati, e non tanto, atti di accusa. E come tali quindi vanno affrontati.
Ci viene chiesto ad esempio dove eravamo quando all’interno dell’ambasciata prosperava il traffico dei visti. Peccato che al tempo questa situazione che ha tanto sconvolto i nostri connazionali non fosse di dominio pubblico. E nemmeno oggi a distanza di ben quattro anni sussistono elementi atti a dimostrare che questo traffico visti sia effettivamente esistito.
Se nemmeno oggi si può affermare con certezza che la corruzione di cui tanto si parla è veramente esistita, figuriamoci allora!
http://www.italiachiamaitalia.it/santo-domingo-scandalo-visti-uno-scandalo-artefatto-%E2%80%93-di-armando-tavano/
Ma non basta, ci continuano ad additare. L’altro giorno mi hanno fermato per strada e mi hanno detto: “E ora che Mario Giro ha ammesso l’esistenza del traffico visti, cos’hai da dire?” Gli ho risposto e ho risposto ad altri che Mario Giro non è attendibile e qualunque cosa dica non è mai legata alla verità, ma all’effetto che vuole ottenere.
Riepilogando, ci sono tra di noi degli ammiratori di Mario Giro, l’attuale viceministro degli Esteri. Questo succede perché tanti italiani con la lingua non solo parlano, ma spesso e volentieri pure leccano. Ecco se Mario Giro ha chiuso la nostra ambasciata, come di fatto l’ha chiusa, se Mario Giro sta ora attuando la riapertura con la lentezza che ci è a tutti nota, se Mario Giro gode fra i nostri detrattori di tanta stima… Se tutto questo è vero, perché invece di porre tante domande a noi che ci prodighiamo nell’interesse della comunità, queste non vengono poste direttamente a lui, viceministro degli Esteri italiano e artefice principale della chiusura della nostra sede diplomatica?