Il 29% delle bevande alcoliche
che si consuma nel paese sono di origine illecita il 65% di tale percentuale è
stato introdotto nel paese con il contrabbando, prevalentemente dal Panama e da
Haiti e si presenta alla frontiera come bene sottovalutato o mescolato con
altri prodotti. Per il 10% circa si tratta di contraffazioni e il resto
proviene dalla produzione artigianale non autorizzata.
Questo 29% corrisponde per volume
a 16 milioni di litri di alcol puro, equivalenti a US$ 749 milioni in termini
di valore, il che significa una perdita di US$ 350 milioni di entrate per lo
Stato. Non ci rimette quindi solo l'industria privata, ma anche e fortemente lo
Stato. Tale prodotto, infatti, è assoggettato a elevata tassazione.
Introdurre
il prodotto illegalmente nella Repubblica Dominicana a quanto pare è molto
facile e lo si può fare in tantissimi modi. Le sanzioni poi contro il
contrabbando sono molto basse. Del resto la produzione artigianale non
controllata e la contraffazione non garantiscono la qualità del prodotto e
questo può avere gravi ripercussioni sulla salute dei consumatori con
conseguenze anche mortali.
La
bevanda alcolica che maggiormente viene contrabbandata e prodotta senza
autorizzazione è il cleren o pitrinchi o triculin, un distillato della canna da
zucchero come il rum. Lo si vende nei colmado a prezzi stracciati. Lo chiamano,
infatti, il rum dei poveri. È frequente vedere nelle province del sud
adolescenti, giovani e adulti non importa il sesso, con delle bottigliette di plastica
in mano che invece di acqua contengono questo distillato. Viene acquistato dai
dettaglianti in taniche. I sequestri di questa bevanda alcolica da parte delle
autorità sono all'ordine del giorno. Non si tratta comunque di un prodottofabbricato
in modo igienico e potrebbe essere dannoso per la salute. Le autorità sanitarie
sostengono che c'è una considerevole percentuale di giovani che sta consumendo
il cleren, una bevanda alcolica che danneggia il cervello e quindi lo sviluppo
integrale del giovane.