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venerdì 16 giugno 2017

Roxana Baldetti, oriunda della Toscana, ex vice-presidente del Guatemala: anche lei con tanti problemi con la giustizia... Pare proprio che il palazzo di governo in Centro America sia l'anticamera delle case circondariali!





Qualche giorno fa era salita alla ribalta delle prime pagine dei giornali la vicenda dell'arresto negli Stati Uniti dell'ex presidente del Panama, l'oriundo italiano Ricardo Martinelli, e a distanza di pochi giorni ci ritroviamo un'altra illustre connazionale al centro dell'attenzione perché viene richiesta in estradizione dalla potenza nordamericana.
Se andiamo a ritroso nel tempo troviamo che è una cosa normale che gli Stati Uniti prelevino mandatari in carica ed ex-mandatari, talvolta anche con la forza, con un colpo di mano militare, come con il dittatore Manuel Noriega, recentemente deceduto in Nicaragua.
Non è il caso quindi che quando in Centro America un oriundo diventa presidente o vicepresidente esultiamo più di tanto. In fondo sappiamo per esperienza che esistono forti probabilità che quelle storie di successo italiano non abbiano una lieta fine.
Roxana Baldetti a seguito di un'imputazione per corruzione rinunciò al suo incarico di vicepresidente nel 2015 e da allora è reclusa in un carcere del suo paese. Ed è stato ordinato l'arresto perché secondo il giudice sussisteva la concreta possibilità che l'ex vicepresidente fuggisse all'estero. Tale timore era motivato soprattutto dal fatto che Roxana Baldetti è anche cittadina italiana in possesso di un passaporto vigente rilasciato nel 2011. L'italo-guatemalteca ha replicato ai giudici che se avesse voluto sarebbe fuggita subito nel paese di origine della sua famiglia cioè l'Italia, dove non esiste un trattato di estradizione con il Guatemala. Avrebbe emulato quindi Fujimori, ex presidente peruviano e giapponese di origine. Invece ci è rimasta volontariamente in Guatemala per cui non era il caso che la incarcerassero.
Pare però che lei rimanga in carcere per sua volontà e perché così glielo consigliano i suoi avvocati. Così facendo infatti starebbe tutelando la sua incolumità.
Ora arriva questa richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti. Per questa potenza mondiale il Centro America è praticamente il cortile di casa. Ci fanno il bello e il cattivo tempo e non chiedono mai permesso a nessuno.
Notiamo però che la Repubblica Dominicana relativamente è un pochino più rispettata. Si vede che l'ultima volta che i "gringos" l'hanno invasa cioè nel 1965, le cose non sono andate tanto bene. Infatti, il dominicano è un popolo ribelle, fiero della sua libertà. Non è facile calpestarlo impunemente. Non lo è mai stato, nemmeno quando nel 1916 gli Stati Uniti la invasero per la prima volta. Rogne a non finire e oggi sarebbe ancora peggio. Meglio stare alla larga!
E quale oriundo ci rimane adesso a noi italiani all'estero come presidente in questo continente? Solo Maurizio Macri, in Argentina. Difficilmente però là le cose andranno a finire come in Centro America. Anche se Macri non è proprio un patriota. E meriterebbe magari che gli Stati Uniti gli dessero una sonora sberla. Ma in fondo gliel'ha già data Soros con lo scandalo del Panama pampers con il quale lo si è voluto additare per dargli un marchio d'infamia. Evidentemente non sta eseguendo alla lettera gli ordini che gli vengono dati e che provengono  dalla capitale del mondo. Ma vatti a fidare degli americani!