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venerdì 9 giugno 2017

È vero che la comunità italiana della Repubblica Dominicana è geograficamente eterogenea? Sembra proprio di sì!







La Comunità italiana della Repubblica Dominicana è alquanto eterogenea. Sono in tanti a sostenerlo. Innanzitutto si tratta di una comunità molto radicata nel contesto sociale del Paese. Del resto è presente sul territorio da oltre due secoli ed è stata protagonista della storia e dello sviluppo economico nazionale durante tutto questo tempo. Questa eterogeneità si manifesta soprattutto nell'ultima ondata migratoria italiana in cui si denota un atteggiamento diverso dei connazionali a seconda della località di residenza. Ad esempio sono molto dinamici gli italiani della zona di Las Terrenas, Nagua e Cabrera. Partecipano attivamente alla vita comunitaria sia virtuale, sulle reti sociali, che reale, con incontri frequenti. Un gruppo di loro è sempre presente ovunque ci sia un incontro tra ialiani. Li ho visti addirittura organizzare eventi a oltre duecento chilometri di distanza da casa loro. Hanno una stazione radio attraverso la quale informano e intrattengono i connazionali e si interessano di tutto ciò che riguarda la nostra comunità. A citarli tutti non basterebbe una pagina. Se da quelle parti succede qualcosa sono pronti a intervenire concretamente e non online, tanto per intenderci, e se del caso a rilasciare informazioni senza reticenze, manifestando apertamente anche la loro posizione.
Un altro gruppo importante di italiani si trova a Boca Chica e dintorni. Dove risiedono personaggi noti da vecchia data dell'ultima ondata migratoria italiana. La loro partecipazione alla vita comunitaria è limitata a poche persone. Si trovano comunque spesso nei diversi ristoranti e pizzerie italiane, scambiano brevemente opinioni tra di loro di cui poco fuoriesce. Sono in gran parte pensionati che vengono a trascorrere la vecchiaia al caldo e non vogliono avere fastidi. Sono in tanti, tutti concentrati in pochi metri quadri.
Altro numeroso gruppo è quello di Puerto Plata, con Sosua, Cabarete e Santiago de los Caballeros. Tra di loro è nata un'associazione che è riuscita a diventare importante a livello nazionale, il MIR, l'unica associazione che è durata a lungo, oltre 10 anni e che ha raggiunto ottimi risultati su diversi campi, principalmente quello assicurativo. Si è sciolta qualche anno fa in modo misterioso come tutto quello che capita da quelle parti, dall'oggi al domani. Anche questa è una comunità che si chiude a riccio, che non informa. L'ho potuto constatare con la vicenda di Armando Casciati e ora con quella di Guido il pizzaiolo della Bella Italia, che tutti conoscono e di cui però non si riesce a risalire al cognome. La comunità italiana di Puerto Plata è la più ermetica del Paese che ci ospita. Eppure ha avuto in seno l'unica associazione italiana importante, se si esclude l'associazione "Amici di Santa Domenica Talao" di circa 150 anni fa.
La comunità di Santo Domingo è numerosa, partecipa relativamente poco alla vita comunitaria, tanti gruppetti sparsi. Gli unici eventi vengono organizzati dalla Casa de Italia, che ha avuto sempre da quando è nata un ruolo importantissimo anche dal punto di vista culturale e della diffusione della nostra lingua.
Pochi eventi molto social media. Lo puntualizzò anche il diplomatico dott. Livio Spadavecchia nel suo discorso del 2 giugno alla Casa de Italia: "Penso a tutte le reti sociali nelle quali la gente attualmente si esprime. Credo che questa non possa essere la risposta per una aggregazione della comunità. Aiuta certamente, ma se ognuno resta la maggior parte del suo tempo attaccato alla sua tastiera e non va avanti continua a vivere in un mondo virtuale. Invece invito tutti voi a godere della vita reale nella quale c'è bisogno di cooperazione, interazione e solidarietà." Seguiamo allora il consiglio dell'incaricato d'affari della nostra ambasciata: più vita reale e meno vita virtuale!