La Comunità italiana della Repubblica Dominicana è
alquanto eterogenea. Sono in tanti a sostenerlo. Innanzitutto si tratta di una
comunità molto radicata nel contesto sociale del Paese. Del resto è presente
sul territorio da oltre due secoli ed è stata protagonista della storia e dello
sviluppo economico nazionale durante tutto questo tempo. Questa eterogeneità si
manifesta soprattutto nell'ultima ondata migratoria italiana in cui si denota un
atteggiamento diverso dei connazionali a seconda della località di residenza.
Ad esempio sono molto dinamici gli italiani della zona di Las Terrenas, Nagua e
Cabrera. Partecipano attivamente alla vita comunitaria sia virtuale, sulle reti
sociali, che reale, con incontri frequenti. Un gruppo di loro è sempre presente
ovunque ci sia un incontro tra ialiani. Li ho visti addirittura organizzare
eventi a oltre duecento chilometri di distanza da casa loro. Hanno una stazione
radio attraverso la quale informano e intrattengono i connazionali e si
interessano di tutto ciò che riguarda la nostra comunità. A citarli tutti non
basterebbe una pagina. Se da quelle parti succede qualcosa sono pronti a
intervenire concretamente e non online, tanto per intenderci, e se del caso a
rilasciare informazioni senza reticenze, manifestando apertamente anche la loro
posizione.
Un altro gruppo importante di italiani si trova a
Boca Chica e dintorni. Dove risiedono personaggi noti da vecchia data
dell'ultima ondata migratoria italiana. La loro partecipazione alla vita
comunitaria è limitata a poche persone. Si trovano comunque spesso nei diversi
ristoranti e pizzerie italiane, scambiano brevemente opinioni tra di loro di
cui poco fuoriesce. Sono in gran parte pensionati che vengono a trascorrere la
vecchiaia al caldo e non vogliono avere fastidi. Sono in tanti, tutti
concentrati in pochi metri quadri.
Altro numeroso gruppo è quello di Puerto Plata, con
Sosua, Cabarete e Santiago de los Caballeros. Tra di loro è nata
un'associazione che è riuscita a diventare importante a livello nazionale, il
MIR, l'unica associazione che è durata a lungo, oltre 10 anni e che ha
raggiunto ottimi risultati su diversi campi, principalmente quello assicurativo.
Si è sciolta qualche anno fa in modo misterioso come tutto quello che capita da
quelle parti, dall'oggi al domani. Anche questa è una comunità che si chiude a
riccio, che non informa. L'ho potuto constatare con la vicenda di Armando
Casciati e ora con quella di Guido il pizzaiolo della Bella Italia, che tutti
conoscono e di cui però non si riesce a risalire al cognome. La comunità
italiana di Puerto Plata è la più ermetica del Paese che ci ospita. Eppure ha
avuto in seno l'unica associazione italiana importante, se si esclude
l'associazione "Amici di Santa Domenica Talao" di circa 150 anni fa.
La comunità di Santo Domingo è numerosa, partecipa
relativamente poco alla vita comunitaria, tanti gruppetti sparsi. Gli unici
eventi vengono organizzati dalla Casa de Italia, che ha avuto sempre da quando
è nata un ruolo importantissimo anche dal punto di vista culturale e della
diffusione della nostra lingua.
Pochi eventi molto social media. Lo puntualizzò
anche il diplomatico dott. Livio Spadavecchia nel suo discorso del 2 giugno
alla Casa de Italia: "Penso a tutte le reti sociali nelle quali la gente
attualmente si esprime. Credo che questa non possa essere la risposta per una
aggregazione della comunità. Aiuta certamente, ma se ognuno resta la maggior
parte del suo tempo attaccato alla sua tastiera e non va avanti continua a
vivere in un mondo virtuale. Invece invito tutti voi a godere della vita reale
nella quale c'è bisogno di cooperazione, interazione e solidarietà."
Seguiamo allora il consiglio dell'incaricato d'affari della nostra ambasciata:
più vita reale e meno vita virtuale!