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venerdì 23 giugno 2017

La società brasiliana Odebrecht sostiene di "essere cambiata": non ricorrerà più alla corruzione per promuovere i suoi affari





Qualcuno penserà che anch'io come diversi connazionali che bazzicano nelle reti sociali abbia optato per pubblicare barzellette. Invece no, quelle citate sono testuali parole comparse oggi sul prestigioso giornale di proprietà italo-dominicana Listin Diario e quindi non esiste da parte mia alcuna velleità di far ridere i lettori, piuttosto preferisco farli piangere, raccontando con crudo verismo come stanno le cose e non importa se così facendo mi procurerò anche delle antipatie…
Ebbene sì, la Odebrecht sembra sinceramente pentita e ha dichiarato che in futuro si comporterà bene. Buono a sapersi! In fondo hanno elargito tangenti dappertutto nel continente e moltissimi governi stanno barcollando per gli scandali che ne sono conseguiti, escluso quello della Repubblica Dominicana, anche se nemmeno qui chi detiene il potere dorme sonni tranquilli.
Le politiche imprenditoriali dell'azienda sono state sottoposte a un programma globale di risanamento in modo da non incorrere più negli errori del passato: "Siamo un'impresa che è cambiata. Non verranno date più tangenti in futuro". Lo ha affermato l'incaricato di questo programma di risanamento etico dell’impresa, l'avvocato statunitense Michael Munro. Dopo il mea culpa, l'avvocato si è compromesso ad adottare una nuova politica e un atteggiamento diverso per convincere tutti i governi della regione che l’azienda è cambiata e che da questo momento agirà in modo corretto. Secondo lui la storia dimostra che le aziende possono cambiare e convertirsi in leader nello sforzo globale contro la corruzione. Lo ha sostenuto dopo aver chiesto scuse diverse volte al popolo e al governo equadoriani.
Munro è stato contrattato specificamente per lavare la faccia all'azienda dopo le gravi accuse di corruzione in tutta l’America Latina e negli Stati Uniti. Ha riconosciuto che all'interno di questo processo di ricostruzione, l'impresa è disposta ad assumersi le responsabilità e a pagare le dovute somme riparatrici allo scopo di ottenere il perdono per i suoi errori. “Sappiamo che quello che abbiamo fatto non è stato corretto e siamo disposti a iniziare un nuovo cammino”.
L'impresa è disposta a pagare le conseguenze del suo operato illecito. Bene, chi se lo sarebbe aspettato? La società chiede perdono.
A tanti aspiranti governanti del futuro comunque saranno cadute le braccia perché viene meno così la speranza di diventare miliardari con la politica. Lo sconforto di questi aspiranti governanti e miliardari del futuro è sicuramente durato poco. Visto che le cose stanno così, questa azienda non potrà più essere degna di essere presa in considerazione per il suo sporco passato. In primo luogo continuerà ad avere per sempre una cattiva reputazione e in secondo luogo con loro non ci sarà spazio alla solita motivazione, a quella “trippa per gatti” alla quale i politici aspirano. Da quando mondo è mondo una commessa vale per i funzionari il 10%, o così o pomì! Del resto l’abbiamo visto con mani pulite, tanto scompiglio per niente! La sostanza delle cose non è mai cambiata.
Ce ne saranno delle altre aziende, con la faccia pulita e queste sicuramente ricorreranno al sistema tradizionale per ottenere le commesse dei governi. E tutto filerà liscio ancora fino a qualche altro scandalo lontano nel tempo e quella volta quando questo accadrà si vedrà il da farsi. In qualche modo si saprà trovare la strada per venirne fuori, in fondo la memoria del popolo è corta e le situazioni sono sempre gestibili. Qualcuno dovrà pur pagare, è vero, la figura del capro espiatorio se no dove la mettiamo. Sono cose normali che rientrano nelle regole del gioco.