Che gli interessi degli italiani all'estero
non possano coincidere con quelli degli italiani in patria è vero solo in
parte. Questi ultimi sono infatti gli unici ad avvantaggiarsi dell'esistenza di
una numerosa colonia italiana all'estero, che non riceve niente dalla madre
patria in termini monetari! Ricevono risorse italiane gli stranieri in giro per
il mondo attraverso l'altra faccia del Ministero degli Esteri che si chiama per
l'appunto Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI).
L'interesse degli italiani all'estero è quello di poter esercitare il diritto alla
cittadinanza, di poter trascrivere nel loro comune AIRE italiano anche le
modifiche anagrafiche che li riguardano, atti di nascita, di matrimonio, di morte
ecc. e di poter ottenere il rilascio del loro passaporto in tempi non
geologici. Comunque l'italiano all'estero i servizi che riceve dall'Italia li
paga. Questi non gravitano sul bilancio dello stato italiano. Non ci stanno regalando
niente. A regalare è soltanto la Cooperazione Internazionale che è sicuramente
un business anche per i burocrati della Farnesina perché spetta a loro la
gestione delle risorse da destinare ed è risaputo che: chi va al mulino si
infarina! Da una parte allora si vuole lasciare senza servizi consolari gli
italiani all'estero e dall'altra continuano a essere elargiti fondi a
destra e a manca, dovunque ci siano degli stranieri poco abbienti meglio ancora
se non cattolici. L'interesse degli italiani in patria è anche che l'Italia sia
adeguatamente rappresentata all'estero. Oppure si deve ritenere che le sedi diplomatiche servano solo per il disbrigo delle pratiche anagrafiche dei cittadini residenti all'estero? Se
così fosse ci sarebbero pochissime sedi diplomatiche, eppure ogni Paese anche
di piccole dimensioni si dà da fare per averne quante più possibili.
Si afferma anche che: "i vari governi,
indipendentemente dalla loro connotazione politica, non hanno dato e non
daranno importanza a chi vive all'estero. Le loro azioni si limitano a tante
belle parole, a celebrazioni e poco più."
Non tutti i governi italiani sono stati così. E direi anche che la Farnesina è un reparto a sé stante. I burocrati della Farnesina sfuggono spesso di fatto al controllo del premier, seguendo strategie autonome o imposte dai poteri forti. Al.riguardo ricordo quando Berlusconi, diversi anni
fa, prospettava davanti all'eventualità allora apparentemente imminente di un'unica rappresentanza diplomatica, quella dell'UE, per tutti i paesi extracomunitari. In
quell'occasione si parlò di convertire, senza chiuderle, le sedi diplomatiche italiane
esistenti in uffici di affari.
La sede diplomatica ha
anche la funzione di favorire gli scambi commerciali tra l'Italia e il Paese in
cui questa si trova, il che porta a un aumento del PIL e dell'occupazione in
patria. I governi italiani che si sono susseguiti al potere dal 2011 dopo il
subentro del tecnico Mario Monti come premier al posto di Silvio Berlusconi, a
seguito delle pressioni dell'allora presidente della Repubblica e dei media di
parte, hanno mantenuto nel corso di tutti questi anni la stessa squadra
all'interno della Farnesina. Con la scusa del risparmio è stata messa a ferro e
fuoco tutta la rete diplomatica italiana nel mondo, scoraggiando gli italiani
residenti all'estero a esercitare il diritto alla loro cittadinanza italiana.
Per i poteri forti un'Italia con circa cinque milioni di italiani residenti
all'estero non è accettabile. Ci si focalizza sulla spesa rappresentata
dall'italiano all'estero, che non riceve regalie e che paga per i servizi che
gli vengono erogati, per giustificare davanti agli occhi degli italiani
residenti in Italia lo smantellamento di una rete diplomatica che invece
potrebbe solo apportare benefici alla nostra economia.