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giovedì 8 giugno 2017

Si dice che gli interessi degli italiani all'estero non potranno mai coincidere con quelli degli italiani in patria. Non è proprio così.




Che gli interessi degli italiani all'estero non possano coincidere con quelli degli italiani in patria è vero solo in parte. Questi ultimi sono infatti gli unici ad avvantaggiarsi dell'esistenza di una numerosa colonia italiana all'estero, che non riceve niente dalla madre patria in termini monetari! Ricevono risorse italiane gli stranieri in giro per il mondo attraverso l'altra faccia del Ministero degli Esteri che si chiama per l'appunto Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI). L'interesse degli italiani all'estero è quello di poter esercitare il diritto alla cittadinanza, di poter trascrivere nel loro comune AIRE italiano anche le modifiche anagrafiche che li riguardano, atti di nascita, di matrimonio, di morte ecc. e di poter ottenere il rilascio del loro passaporto in tempi non geologici. Comunque l'italiano all'estero i servizi che riceve dall'Italia li paga. Questi non gravitano sul bilancio dello stato italiano. Non ci stanno regalando niente. A regalare è soltanto la Cooperazione Internazionale che è sicuramente un business anche per i burocrati della Farnesina perché spetta a loro la gestione delle risorse da destinare ed è risaputo che: chi va al mulino si infarina! Da una parte allora si vuole lasciare senza servizi consolari gli italiani all'estero e dall'altra continuano a essere elargiti fondi a destra e a manca, dovunque ci siano degli stranieri poco abbienti meglio ancora se non cattolici. L'interesse degli italiani in patria è anche che l'Italia sia adeguatamente rappresentata all'estero. Oppure si deve ritenere che le sedi diplomatiche servano solo per il disbrigo delle pratiche anagrafiche dei cittadini residenti all'estero? Se così fosse ci sarebbero pochissime sedi diplomatiche, eppure ogni Paese anche di piccole dimensioni si dà da fare per averne quante più possibili.
Si afferma anche che: "i vari governi, indipendentemente dalla loro connotazione politica, non hanno dato e non daranno importanza a chi vive all'estero. Le loro azioni si limitano a tante belle parole, a celebrazioni e poco più."
Non tutti i governi italiani sono stati così. E direi anche che la Farnesina è un reparto a sé stante. I burocrati della Farnesina sfuggono spesso di fatto al controllo del premier, seguendo strategie autonome o imposte dai poteri forti. Al.riguardo ricordo quando Berlusconi, diversi anni fa, prospettava davanti all'eventualità allora apparentemente imminente di un'unica rappresentanza diplomatica, quella dell'UE, per tutti i paesi extracomunitari. In quell'occasione si parlò di convertire, senza chiuderle, le sedi diplomatiche italiane esistenti in uffici di affari. 
La sede diplomatica ha anche la funzione di favorire gli scambi commerciali tra l'Italia e il Paese in cui questa si trova, il che porta a un aumento del PIL e dell'occupazione in patria. I governi italiani che si sono susseguiti al potere dal 2011 dopo il subentro del tecnico Mario Monti come premier al posto di Silvio Berlusconi, a seguito delle pressioni dell'allora presidente della Repubblica e dei media di parte, hanno mantenuto nel corso di tutti questi anni la stessa squadra all'interno della Farnesina. Con la scusa del risparmio è stata messa a ferro e fuoco tutta la rete diplomatica italiana nel mondo, scoraggiando gli italiani residenti all'estero a esercitare il diritto alla loro cittadinanza italiana. Per i poteri forti un'Italia con circa cinque milioni di italiani residenti all'estero non è accettabile. Ci si focalizza sulla spesa rappresentata dall'italiano all'estero, che non riceve regalie e che paga per i servizi che gli vengono erogati, per giustificare davanti agli occhi degli italiani residenti in Italia lo smantellamento di una rete diplomatica che invece potrebbe solo apportare benefici alla nostra economia.