Il
dottor Livio Spadavecchia nel suo discorso del 2 giugno scorso davanti alla
comunità italiana riunita alla Casa de Italia si soffermò diverse volte
sull'aspetto economico delle relazioni bilaterali italo-dominicane. In fondo le
sue vere mansioni sono quelle di incaricato d'affari anche se attualmente in
assenza dell'ambasciatore fa le veci di capo missione. Al riguardo queste sono
state le sue parole:
"I vincoli tra i due paesi sono veramente forti.
E sempre da diversi secoli con le famiglie qui presenti, l'Italia ha apportato
un contributo fondamentale alla Repubblica Dominicana con la tecnologia e con
gli sforzi individuali. Attualmente siamo onorati di appoggiare un progetto
così importante per lo sviluppo del paese come la centrale termoelettrica Punta
Catalina. Un progetto di cui siamo fieri, nonostante l'uso del carbone che può
contaminare, perché siamo d'accordo con le istituzioni del Repubblica
Dominicana che ogni investimento non si fa con le parole ma con le risorse che
sono disponibili."
In
proposito possiamo solo rilevare che:
·
I proprietari del terreno su cui incide
il progetto sono i nostri connazionali italo-dominicani della famiglia Vicini.
Da loro, nella persona di Felipe Vicini, è stato stipulato un contratto di
affitto con la CDEEE della durata di 50 anni. Il canone non è stato stabilito
monetariamente ma sulla base di due parametri uno fisso e l'altro variabile.
·
La realizzazione del lavoro è a cura
della società italiana Tecnimont SpA, che si è aggiudicata l'appalto con un
contratto sottoscritto per l'importo di USD 690 milioni.
·
Le ceneri delle 200.000 t metriche di
carbone che verranno bruciate nelle caldaie ogni mese saranno destinate tutte
alla società italo-dominicana Domicem SA con sede nelle vicinanze, a Palenque.
Siamo quindi davanti a un progetto gigantesco e di
grande importanza per il Paese che ci ospita al quale partecipano delle realtà
economiche italiane. Un progetto immenso, prestigioso e generatore di posti di
lavoro per l'Italia e per la Repubblica Dominicana con contratto di appalto a
favore della Tecnimont stipulato verso la fine del 2013, quindi nel periodo in
cui l'esperta in aborti e in siringhe sterili per drogati, l'ex Ministra degli
Esteri Emma Bonino, e il sottosegretario agli esteri sedicente cattolico
d'assalto e dirigente del più grande colosso internazionale di beneficenza
italiano, la Comunità si Sant'Egidio anche nota come l'Onu di Trastevere, esperta in aiuti a non italiani, decidevano di
comune accordo di far rientrare nella legge nota come Spending Review la
chiusura della nostra ambasciata per falsi motivi di risparmio. Ancora una
volta ci troviamo di fronte all'evidenza della pochezza dei nostri burocrati
della Farnesina. Chissà se arriverà quel giorno in cui non li vedremo mai più lì
e al loro posto ci saranno funzionari che saranno all'altezza di curare gli
interessi degli italiani all'estero e dell'Italia senza assecondare le
strategie di forze antinazionali?
Centrale
termoelettrica Punta Catalina.
Si tratta di un megaprogetto nella Repubblica
Dominicana per un valore complessivo pari a USD 1.945 milioni, di cui circa USD 690 milioni di competenza della Tecnimont
S.p.A. Il progetto prevede la realizzazione di un complesso industriale di
importanza strategica per lo sviluppo del Paese (una centrale termicoelettrica
a carbone, un terminale offshore e altre strutture correlate).
La Tecnimont S.p.A.,
società quotata alla Borsa di Milano, è a capo di un gruppo industriale (Gruppo
Maire Tecnimont) leader in ambito internazionale nei settori dell’Engineering
& Construction (E&C) con competenze specifiche nell’impiantistica in
particolare nel settore degli idrocarburi oltre che nella generazione elettrica
e nelle infrastrutture. Il Gruppo Maire Tecnimont è presente in circa 30 paesi,
conta circa 45 società operative e un organico di circa 4.300 dipendenti, di
cui oltre la metà all’estero.
L'area
complessiva interessata dal progetto è 1.400.000 mq di cui i 400.000 m quadri
riservati alla costruzione della centrale termoelettrica di Punta Catalina a
Banì, nella provincia Peravia, sono già stati riempiti di cemento, barre e
altro materiale metallico che sarà di supporto ai generatori e al loro sistema
di approvvigionamento. Un impegno umano di oltre 6.000 uomini ha contribuito a
rendere possibile che l'opera iniziata nel 2014 si finisca verso la fine del 2018.
È
prevista la costruzione di due generatori di 337.39 MW di capacità netta. Il
primo sarà pronto per entrare nel sistema energetico nazionale a febbraio del
2018, ma da novembre di quest'anno comincerà a erogare energia in forma sincronizzata
e a titolo di prova. Il secondo generatore sarà in prova a maggio del 2018.
L'avanzamento
dei lavori è al 72%. Sono state realizzate tutte le fondamenta alle quali
verranno connessi i 674.78 MW che è previsto che i due impianti a carbone apporteranno
e che secondo i calcoli tecnici della CDEEE equivalgono a un 30% del consumo
attuale di energia elettrica nella Repubblica Dominicana. Trasporteranno
l'energia in due linee di trasmissione, una di 138.000 volt con un'estensione
di 4 km e l'altra di 345.000 volt e 44 km. È pronto all'80% il magazzino per il
carbone con una capacità di 200.000 t metriche di questo materiale equivalenti
al consumo dell'impianto per tutto un mese.
Si
stima che il progetto per le sue dimensioni riceverà circa cinque navi ogni due
mesi cariche di carbone minerale. La banchina ha la capacità di accogliere allo
stesso tempo due imbarcazioni di 80.000 t. Il ponte di accesso alla banchina è
già stato concluso.
Dalla banchina al magazzino, il carbone percorrerà
una distanza di circa 3.5 km attraverso un nastro ermetico che ha il compito di
evitare contaminazioni dell'ambiente. Si ritiene che l'impatto ecologico sarà
minimo vista anche l'altezza del camino che misura 160 m, il più alto del
paese. Ci sarà anche un
filtro per raccogliere le particelle.