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sabato 17 giugno 2017

Italia: patria matrigna. La doppia tassazione e le onerose sanzioni fiscali per omessa presentazione della dichiarazione dei redditi e mancato pagamento delle imposte sono in agguato per gli emigranti che non si scrivono all'AIRE





Se vai via dall'Italia per cercare fortuna altrove e magari riesci anche a esercitare subito un'attività lavorativa, fai una bella cosa: mettici una croce sopra su questa tua patria matrigna! Ci sono tanti che tentennano a richiedere l'iscrizione all'AIRE, moltissimi sono però i motivi che la rendono opportuna.
Lo ha detto di recente il parlamentare PD Marco Fedi, eletto nella circoscrizione estero: "Sono decine di migliaia i giovani italiani recatisi a lavorare all'estero e che, ignari della normativa sulla tassazione del reddito conseguito all'estero, rischiano di essere sottoposti a doppia imposizione fiscale senza poter tuttavia usufruire del credito di imposta. Tutto ciò solo per il fatto di non essersi iscritti all'AIRE e di risultare quindi ancora residenti in Italia, per cui soggetti a tassazione (anche) in Italia sul reddito conseguito all'estero".
In Italia vige il principio di residenza e quindi tutti i redditi conseguiti non importa dove da un cittadino residente sono soggetti a tassazione in Italia. Da questo principio sorge l'obbligo di presentazione della dichiarazione fiscale con l'indicazione degli eventuali redditi di qualunque natura ovunque conseguiti e con il loro assoggettamento all'aliquota d'imposta italiana. Le imposte pagate all'estero in questo caso rappresenterebbero un credito d'imposta.
Qualcosa si dovrà pur sempre comunque pagare in Italia perché la pressione fiscale italiana, è risaputo, non ha rivali. È ai primissimi posti in assoluto a livello mondiale.
Inoltre siccome non si tratta certamente di una dichiarazione semplice, bisognerà rivolgersi a un professionista esperto e… caro. Oltre al danno quindi la beffa: emigri perché in Italia non c'è lavoro e poi ti ritrovi a pagare il conto salato di un commercialista perché ti metta a posto la posizione fiscale in Italia. E anche questa è un'illusione perché in Italia fiscalmente non sarai mai a posto. Ti chiederanno integrazioni di documenti, ti contesteranno le cifre o la validità delle certificazioni presentate e in qualche modo esigeranno altri versamenti e il pagamento di sanzioni, quelle non mancheranno mai.
Il più delle volte il nuovo emigrante italiano, il giovane ventenne, non ci pensa nemmeno a iscriversi all'AIRE, e a metterci una croce sopra sulla patria matrigna. Eppure sarebbe un modo di evitare tante rogne, perché il fisco italiano insegue inesorabilmente tutti e non ha pietà per nessuno.
Naturalmente questi giovani, in grande maggioranza, non avranno presente queste cose e al momento in cui l'aereo decollerà dall'aeroporto italiano verso nuovi lidi,  tireranno un sospiro di sollievo. Finalmente farà capolino di nuovo la speranza di poter guadagnarsi la vita, di farsi un futuro, una famiglia, aspirazioni legittime, dopo tanto tempo di inutile ricerca di un'attività lavorativa entro i confini del proprio paese. E non immaginano nemmeno che su di loro si abbatteranno sanzioni per omesse dichiarazioni, e altre sanzioni di ogni tipo senza poter nemmeno far valere come credito d'imposta quanto versato all'estero. Mai fidarsi dell'Italia! I nostri governanti ci stanno schiacciando come scarafaggi, ci perseguitano e si calpestano dovunque siamo.
Ricordo anni fa qui nella Repubblica Dominicana un mio paesano proprietario di una bella casa nel "Distrito Nacional", ma ancora residente in Italia. Il suo commercialista italiano gli disse che avrebbe potuto inserire la casa nella sua dichiarazione, tanto non esisteva al tempo l'obbligo di assoggettamento imposta dei redditi delle proprietà immobiliari all'estero. E il mio amico commise il gravissimo errore di inserire i dati dell'immobile nella sua dichiarazione. Non era nemmeno obbligatorio, ma incautamente lo fece. L'anno successivo entrò in vigore però la legge che prevedeva l'assoggettamento a imposta di questi redditi. Nella casa ci vive lui, non è in affitto, ma, si sa, gli immobili producono sempre reddito se non c'è un reddito effettivo ce n'è uno figurativo. In Italia quest'ultimo sarebbe il reddito catastale. Nella Repubblica Dominicana non esiste qualcosa di simile. Comunque un reddito figurativo si può sempre calcolare, anzi lo calcola il fisco secondo i suoi criteri, a discrezione quasi, e l'anno successivo all'inserimento nella dichiarazione, il mio amico dovette pagare per questo immobile € 1000 d'imposta.
Sono tanti i connazionali che hanno immobili qui nella Repubblica Dominicana e che non sono iscritti all'AIRE e sarebbero da ritenere tutti evasori. Per fortuna qui spesso non siamo nemmeno noi stessi in grado di sapere senza l'ombra di qualche dubbio se siamo davvero proprietari degli immobili che possediamo: titoli falsi, leggi strane sulla divisione a seguito di divorzio, successione ecc. 
Sono tante le incertezze di fatto ai fini della dimostrazione del diritto di proprietà di un immobile e tante le difficoltà per fare un'indagine al riguardo che da questo punto di vista possiamo metterci il cuore in pace: non verranno mai le squadre di finanzieri a investigare sulle nostre proprietà immobiliari.
Un buon consiglio: iscrivetevi all'AIRE e metteteci una croce sopra su questa nostra patria matrigna!