Un
uomo sensibile al bello, il Console Generale d'Italia parla della bellezza di
Filadelfia ´
Da un'intervista di Mike
Newal del 21 febbraio 2016
"Il Console Generale d'Italia a Filadelfia
ha il piacere di invitarla per un caffè", si leggeva nell'invito.
L'invito mi giunse a novembre. Riportava delle
date nel mese di febbraio. Ho pensato che il console generale avesse tanti
impegni.
"Prego si accomodi", Andrea Canepari
disse sorridendo mentre mi offriva un espresso quando entrai l'altro pomeriggio
nel suo ottimamente decorato ufficio del Public Ledger Building.
Portava uno spillo con le bandiere dell'Italia
e degli Stati Uniti attaccato al bavero del suo abito di lana blu scuro. Un
uomo estremamente educato. Mi accompagnò verso le poltrone in pelle disposte
intorno a un camino in marmo. Si sedette. Sopra di lui, una bandiera italiana.
La sua finestra si affacciava sull'Indipendence Hall.
Andò subito al grano. Aveva letto la mia
rubrica. Voleva parlare del nostro amore comune per Filadelfia, che spesso
viene trascurata e sottovalutata.
"Penso che Filadelfia sia una città di
prim'ordine a livello mondiale," disse seriamente. "Lo sostengo
appassionatamente. Ritengo che tutti qui dovrebbero essere convinti di questo.
Questa è una grande città", disse.
"Fu la prima capitale degli Stati Uniti. È una delle città più europee che
abbia conosciuto in questo Paese."
Beh, il console generale è un diplomatico. Non
avrebbe potuto disprezzarci. Ma sembrava che parlasse con convinzione. Pareva
entusiasta.
E una buona parte della mia rubrica si è sempre
dedicata a celebrare Filadelfia per quello che sta diventando. Dobbiamo ancora
fare tanta strada, ma ne abbiamo già percorso tanta verso una visione un po'
diversa della nostra città: un posto di cui possiamo andar fieri.
Bene, il console generale è dalla nostra parte.
Pienamente.
Ed è significativo perché si tratta di un uomo
sensibile al bello. Cresciuto a Pavia, una bellissima città medievale in Nord
Italia, studiò a Milano nella Bocconi, una delle migliori università di
indirizzo aziendale.
Prima di accettare il suo trasferimento qui nel
2013, lavorò presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Casa Bianca
italiana, in Turchia e presso l'ambasciata italiana a Washington, curando i
rapporti con il Congresso.
È stato in tanti posti. E sa che Filadelfia
fino a poco tempo fa era una città diversa.
Dopo la Bocconi e dopo una laurea in
giurisprudenza a Parma, ottenne un master in diritto nell'Università di Pennsilvania
nel 1999 e tornò in patria per dedicarsi alla politica.
Ma mentre era all'Università di Pennsilvania,
si immerse nella cultura di Filadelfia.
"Andavo a tutti i concerti," disse.
"L'opera. L'orchestra. Visitai i musei - tutti i luoghi storici di
Filadelfia."
Ci fu quella meravigliosa notte in cui vide il
famoso direttore italiano Riccardo Muti presso l'Academy of Music. "Il
grande Muti".
La notte fu del tutto speciale perché l'Academy
è modellata secondo la Scala, lo storico teatro di Milano. "È stato
emozionante," disse.
Ma secondo lui la città era diversa allora.
Come se fosse alla vigilia di qualcosa di importante.
"Non c'era quella vitalità che si sente
ora", disse. "Ora è molto più vivace. Si sentiva la potenzialità, ma
non la si vedeva".
Tre anni fa, gli fu offerto di scegliere tra
una posizione a Filadelfia, Chicago e San Francisco.
"Preferisco Filadelfia," disse.
"A Filadelfia, si sente un'atmosfera europea".
Al suo ritorno trovò una città cambiata.
"Lo si percepisce," disse. "Si
vede una grande vitalità."
Andrea Canepari vive con sua moglie e i suoi
due figli in Naval Square, una zona poco a sud del centro città.
Sta facendo del suo meglio per far apprezzare
come località turistica Filadelfia ai suoi connazionali.
E anche ai suoi concittadini di Filadelfia.
Gli italiani se ne intendono di bellezza.
"C'è tanta bellezza a Filadelfia".