La Patria del Friuli nasce come territorio
feudale indipendente del Sacro Romano Impero il 3 aprile 1077. Enrico IV
l'imperatore conferì al patriarca di Aquileia Sigeardo di Beilstein
l'investiture feudale di Duca del Friuli, e il titolo di Principe, costituendo
quindi il Principato ecclesiastico di Aquileia. Nasceva così uno stato dove il
patriarca, un vescovo, esercitava il potere politico su un territorio che
inizialmente si estendeva dalle Alpi al mare Adriatico e dal Livenza al Timavo
e che poi ricomprese anche il Cadore, la Carinzia, la Carniola, la Stiria,
l'Istria e addirittura parte della Dalmazia. Da notare che Enrico IV è il
famoso imperatore dell'Umiliazione di Canossa: nel mese di gennaio dello stesso
anno passò tre giorni inginocchiato in mezzo alla neve davanti al castello della
potente nobildonna Matilde di Canossa per ottenere il perdono del papa e
l'annullamento della scomunica che gli era stata inflitta.
Enrico IV conferì il potere temporale
all'allora patriarca di Aquileia Sigeardo di Beilstein per gratitudine in
quanto gli era stato fedele nel corso delle ostilità con la chiesa e perché tra
l'altro si trattava di un suo corregionale, bavarese come lui. I patriarchi per
lungo tempo sono stati sempre tedeschi. La Patria del Friuli durò 247 anni. È
stato un periodo fiorente dal punto di vista economico e culturale. La
decadenza si ebbe a seguito di conflitti interni che comportarono un
indebolimento anche a livello militare per cui nel 1420 la Repubblica di
Venezia annesse la Patria del Friuli al suo territorio. Il principale motivo
che spinse Venezia a controllare il territorio friulano fu il profilarsi del pericolo
di un'invasione turca. La prima incursione dei turchi si verificò nel 1415 e
fino al 1500 se ne annoverarono ben nove. La Repubblica di Venezia con
l'annessione della Patria del Friuli intendeva proteggere il suo territorio,
venendo a conoscenza per tempo delle incursioni dei turchi. Va precisato che
benché si chiamino incursioni "turche", di fatto questi predoni non
erano veri e propri Turchi, ma piuttosto Albanesi, Croati, Serbi, Macedoni,
Ungheresi e soprattutto Bosgnacchi, tutti, il più delle volte di fede
musulmana.
Una storia che si ripete? Al tempo però ci
si difendeva, oggi i musulmani li preleviamo sul posto e li introduciamo a
migliaia entro i nostri confini…
Il territorio e l'identità culturale e
linguistica rappresentano un'eredità ben precisa che non abbiamo il diritto di
cedere a nessun titolo. Siamo tenuti anzi a difenderla per tramandarla a nostra
volta ai nostri figli. La Piccola Patria, la Patria del Friuli fu una nazione
con dei confini ben precisi più o meno quelli di oggi. Ma patria significa anche
qualcos'altro e c'è stato un tempo in cui per la patria si moriva.
Ogni italiano ha la sua piccola patria, non
per niente il nostro inno parla di Fratelli d'Italia. L'insieme di queste
piccole patrie è la nostra grande patria per la quale i nostri antenati hanno
sparso fiumi di sangue. In passato però si sapeva dove si trovava il nemico e
soprattutto chi fosse. Oggi questo non è più tanto chiaro.
A ben vedere però il nemico è chi di fatto
ci vuole cancellare dalla faccia della terra. Chi favorisce l'immigrazione
clandestina di popoli ostili non disposti ad adeguarsi ai nostri usi e costumi
e alla nostra religione.
Attraverso la consapevolezza
dell'appartenenza alle nostre piccole patrie difendiamo la nostra grande
patria. Non temiamo di uscire per la strada a protestare, di rischiare la vita
se del caso.
In fondo nessuno ci ha mai regalato niente
e questo non sembra che stia capitando attualmente o che ce lo dobbiamo
attendere in futuro.
Viva il Friuli! Viva la Piccola Patria!
Vivano tutte le piccole patrie. Viva l'Italia!