Si dice che “tra
il dire e il fare c'è di mezzo il mare”. Era così prima che si sviluppassero le
attuali tecnologie. Ora questo proverbio si potrebbe riformulare dicendo che
tra realtà e realtà virtuale c'è un abisso. Ma non fa rima e talvolta non si
riesce nemmeno a distinguere tra le due realtà.
In
definitiva non c'è questa grande differenza o almeno sono in tanti che non
sarebbero in grado di coglierla.
C’è chi si siede
comodamente davanti a un PC, entra in Facebook e incomincia a demolire con le
parole l’operato degli altri: membri della comunità italiana, associazioni e
partiti. Operato reale e assolutamente non virtuale!
Si vuole indubbiamente
distrarre i connazionali dalle iniziative concrete e reali che vengono
intraprese.
Si aprono
pagine anonime su Facebook che negano di avere natura politica e che muovono
accuse a persone, movimenti e associazioni in loco, senza descriverle
dettagliatamente. Vaghe allusioni che danno a intendere, secondo lo stile di
comunicazione che va oggi per la maggiore.
Si riesce
così a far passare il messaggio negativo voluto e, allo stesso tempo, si
consente agli amministratori della pagina di evitare conseguenze dal punto di
vista giudiziale.
In una di
queste pagine si legge testualmente: “…abbiamo
necessità di unirci come maggioranza ancora silenziosa e finalmente, far
sentire le nostre voci e zittire chi tanto parla, scrive e si vanta, ma non ci
ha mai rappresentato e non ha mai fatto niente di concreto per la Comunità
italiana.
Hanno riaperto la nostra Ambasciata (ancora non
funzionante) e tutti loro se ne prendono il merito a pieni polmoni, penna,
tastiera PC o cellulare, ancor prima di avere il decreto di riapertura (ancora a
oggi sulla carta)...ma, ci domandiamo, perché non hanno evitato che si
chiudesse??
Che facevano? Non era meglio prevenire? No, non hanno
fatto niente!!! Hanno preferito conservare le loro relazioni diplomatiche e
politiche. “
Chi “tanto parla, scrive e si vanta” suppongo
che sia chi si è attivato con i mezzi a propria disposizione per cercare di
convincere il governo a riaprire l’ambasciata italiana di Santo Domingo,
riconoscendo l’errore incorso con la chiusura, quindi le associazioni, le
istituzioni e i movimenti della nostra comunità. Si vuol far sentire la voce di
chi ha preferito rimanere zitto? Il fatto che il consolato non sia ancora
funzionante è colpa di chi si è battuto perché l’ambasciata venisse aperta?
Non si è riuscito
a evitare la chiusura dell’ambasciata proprio perché tanti e in primis chi ha
scritto queste accuse sono rimasti rintanati a casa raccontandosi le storie
metropolitane da fonti “sicure” sullo “scandaloso” traffico dei visti di cui però
non c’è alcuna prova attendibile, alcun processo, niente, con il presunto incasso
truffaldino di cifre da capogiro che avrebbero arricchito i malfattori.
Anzi ora si
dice di sì che c’è finalmente una prova e questa consisterebbe nelle dichiarazioni
in tal senso che ha fatto il viceministro Mario Giro. Peccato che questo
viceministro sia una sorta di macchietta: ne ha sparate tante che ormai a
credergli qualcosa di quel che dice si rischia il ridicolo.
Trovo strano
che, negli ultimi tre anni, chi accusa non abbia prestato attenzione alle
seguenti iniziative:
• Il ricorso
al TAR del Lazio presentato da Casa de Italia.
• La
campagna mediatica sui mezzi di informazione da parte di Casa de Italia e il
giornale On-Line “Italia Chiama Italia”, prima e dopo la chiusura della
Rappresentanza Diplomatica e Consolare, per richiamare l’attenzione pubblica
sul tema “chiusura / necessità di riapertura dell’Ambasciata d’Italia a Santo
Domingo”.
• La
manifestazione organizzata dal MAIE contro la chiusura dell’Ambasciata a inizio
del 2014, dove si é inoltre portata a termine un’apposita raccolta firme.
• La visita
dell’On. Vincenzo Cuomo nel 2015
• La visita
del Rappresentante del CGIE e Delegato Nazionale del CTIM negli USA, Com.Te
Vincenzo Arcobelli, nel mese di agosto del 2016.
• L’invio di
una lettera di protesta a tutti i membri della commissione Esteri del Senato da
parte del Cav. Paolo Dussich e del Sen. Giuseppe Visca.
•
L’interrogazione parlamentare presentata a gennaio del 2014 da parte del
Movimento Associativo Italiani all’Estero (MAIE)
• La visita
dell’On. Ricardo Merlo (MAIE) nel mese di aprile del 2016 e la riunione con il
Governo richiesta e ottenuta da una delegazione del MAIE nel mese di giugno
dello stesso anno.
• L’impegno profuso
dai consiglieri Com.It.Es. residenti in Repubblica Dominicana per cercare in
tutti i modi di presentare a chi di dovere le lamentele della comunità.
• Il
sostegno da parte di importanti esponenti politici locali: la Presidentessa del
Senato Cristina Lizardo, il Senatore Charlie Mariotti e l’Ambasciatrice
dominicana a Roma (Peggy Cabral).
Concludo citando
una frase di John F. Kennedy: “…non chiedete cosa il vostro paese può fare per
voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese”.
In altre
parole, consiglio di incominciare a diminuire il livello delle critiche
superflue, essere più costruttivi e magari pensare al perché altri non si sono
attivati prima per difendere quella che viene definita essere la “maggioranza silenziosa e ritirata”.