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lunedì 17 aprile 2017

La mancata iscrizione all'AIRE comporta più di qualche volta la cancellazione dall'anagrafe del comune di provenienza per irreperibilità con gravi conseguenze





In Italia bisogna essere sempre reperibili nel senso che si deve sapere dove il cittadino ha il suo domicilio, il luogo dove risiede per la maggior parte del tempo. Diversamente da quello che succede qui nella Repubblica Dominicana in cui praticamente lo stato non sa mai con esattezza dove una persona abita. Non esiste alcun accertamento del domicilio e questo ha delle conseguenze. Una persona sparisce facilmente, le latitanze sono all'ordine del giorno e diventano un modo efficace per farla franca anche a fronte di gravi reati. Invece in Italia non è così e prendere la residenza in un posto e mantenerla viene sottoposto a controlli e non solo di veridicità della dichiarazione, ma anche dell'idoneità all'uso abitativo dei locali sui quali si intende dimorare. Ma i controlli non finiscono lì. Esiste anche l'ipotesi, più frequente di quello che si pensa, della cancellazione dall'anagrafe per irreperibilità. E le conseguenze sono molto gravi.
La cancellazione per irreperibilità accertata avviene:
  • a seguito delle risultanze delle operazioni del censimento generale della popolazione;
  • ovvero, quando a seguito di ripetuti accertamenti, opportunamente intervallati, la persona sia risultata irreperibile.
Chi è irreperibile? Colui che ha abbandonato la propria dimora abituale per un periodo sufficientemente lungo senza dare notizia di sé e di cui non risultano richieste di trasferimento in altro Comune o all’estero.
Cancellare una persona dai registri anagrafici per irreperibilità, significa adottare nei suoi confronti un provvedimento grave e con conseguenze molto pesanti.
La cancellazione per irreperibilità comporta:
1. la perdita del diritto al voto;
2. l’impossibilità di ottenere le certificazioni anagrafiche;
3. l’impossibilità di ottenere un documento di riconoscimento;
4. la cancellazione dall’assistenza sanitaria.
Chiunque può segnalare l’abbandono della dimora abituale delle persone iscritte nell’anagrafe della popolazione. La notizia dell’abbandono, o del presunto abbandono, può pervenire all’Ufficiale d’Anagrafe dal proprietario dell’abitazione, da un altro ufficio comunale (tributi, messo, servizi sociali, ecc.), da altra pubblica amministrazione o da gestore di servizi pubblici (Poste italiane, Enel, ecc.), ed anche da privato cittadino.
L’Ufficio Anagrafe provvede a far eseguire ripetuti accertamenti opportunamente intervallati, al termine dei quali la persona potrà essere dichiarata irreperibile. Dalla data della segnalazione di abbandono della dimora abituale all’Ufficio Anagrafe, all’effettiva cancellazione per irreperibilità deve essere trascorso un anno.
Ecco alcune testimonianze di persone cancellate dall'anagrafe:
«Così sono diventato un "nessuno" e non posso neanche curarmi. Non ho più tessera sanitaria. Non risulto più da nessuna parte. Sono disperato».
«Non esisto più. I documenti non sono più validi, sono diventato un apolide. È bastato presentare una richiesta di passaporto in questura. Dopo qualche giorno mi hanno chiamato e mi hanno detto che non potevano farmi il passaporto: "lei non esiste più". Ero stato cancellato dall'anagrafe del mio comune. Da quel momento la carta d'identità non è più valida, la patente nemmeno, e se firmo qualsiasi cosa, faccio un falso perché non esisto».
Io sono stato testimone di un caso di cancellazione dall'anagrafe del comune italiano di provenienza di un connazionale che viveva qui in pianta stabile senza essere iscritto all'AIRE. Voleva trascrivere il suo atto di matrimonio presso il suo comune per poter ottenere il visto di ingresso in Italia per la moglie. In quel momento venne a sapere che era stato cancellato dall'anagrafe per irreperibilità. Per fortuna il suo passaporto era ancora valido e riuscì a tornare in Italia per mettere a posto le cose. La cancellazione dall'anagrafe per chi risiede all'estero ha degli effetti gravissimi. Non si può fare a meno di iscriversi all'AIRE. Oltre al fatto che la non iscrizione all'AIRE da parte di chi risiede in pianta stabile all'estero rappresenta di per sé una violazione di legge.