Si sostiene che "l'autopsia è stata programmata alla presenza delle autorità della Farnesina giunte a Santo Domingo per presidiare il caso". Di sicuro c'è il presidente del CO.MI.TES. Paolo Dussich sempre presente nelle vicende che riguardano la nostra comunità. Che poi la Farnesina abbia inviato qualcuno lo verificheremo, ma a occhio e croce sembra oltremodo improbabile!
Fonte:
Il Centro, edizione di Pescara
Lividi sul corpo del
pensionato trovato impiccato alla maniglia
I parenti
non credono al suicidio di Fernando Ranni, l’autopsia resta coperta dal segreto
L’ultima telefonata alla sorella per annunciarle il ritorno a casa: era felice
di rientrare a Chieti di Edoardo Raimondi
CHIETI.
Tumefazioni ed ecchimosi sul corpo di Fernando Ranni: è quanto rivelano
le fotografie scattate sulla salma del 72enne teatino, professore di matematica
in pensione, trovato impiccato ad una maniglia di una porta dell’appartamento
in cui viveva in affitto a Boca Chica, comune nella provincia di Santo Domingo.
Quelle
immagini sono arrivate direttamente ai familiari, mentre ieri, stando a quanto
si è appreso, è stata programmata l’autopsia, alla presenza delle autorità
della Farnesina giunte a Santo Domingo per presidiare il caso, dopo che la
salma era stata subito trasferita nella capitale dominicana. Tuttavia, sono
ancora avvolti nel segreto gli sviluppi degli esami, come la dinamica della
vicenda, non essendoci state ancora conferme ufficiali sugli esiti della
necroscopia. Ma i familiari di Ranni non credono assolutamente all’ipotesi di
suicidio. Ipotesi che è stata presa in considerazione dagli inquirenti locali
nel corso delle indagini, come dall’avvocato dominicano e amica del 72enne, che
ha avvisato i familiari di Ranni dopo la tragedia. Ma quei lividi e una
telefonata spingono i parenti a pensare che si sia trattato di un omicidio. La
telefonata è quella che Ranni ha fatto il giorno prima alla sorella. Era felice
l’ex professore mentre comunicava di aver già acquistato il biglietto di
ritorno per l’Italia, dove sarebbe atterrato giovedì. La partenza ci sarebbe
stata domani. Il 72enne, insomma, voleva tornare a casa, lo dimostra la
conferma dell’acquisto del volo, che hanno fornito ieri gli agenti
dell’Interpol. È un giallo che si infittisce quello di Fernando Ranni, che
aveva a che venduto il suo appartamento di Boca Chica, per 40mila dollari, che
da ottobre aveva programmato di tornare a Chieti, per vivere nella casa
acquistata in via Papa Giovanni, vicino alle Terme romane. A Boca Chica,
intanto, si era trasferito in quell’abitazione presa in affitto nel quartiere
Conde dove si è consumumata la tragedia che piomba a Chieti alle 22.30 di
sabato: «Fernando è morto» dicevano dall’altra parte del telefono. La chiamata
partiva da Boca Chica, dove erano le 16,30 circa. A ritrovare il corpo è stato
il personale del condominio del quartiere Conde e subito dopo sono scattate le
indagini. A rispondere a quella telefonata è stata la sorella di Ranni. È
scoppiata la disperazione, ed è partita una catena di chiamate per capire che
cosa fosse accaduto: «Intorno a mezzanotte e mezza mi ha telefonato il cognato,
che mi ha passato poi la sorella di Fernando», ha raccontato un amico, «mi
hanno detto che avevano avuto conferma da un avvocato dominicano. A quel punto
ho contattato amici comuni di Boca Chica per avere
ragguagli.
Da lì mi hanno detto che Fernando era stato trovato impiccato. Che in quel
momento loro erano vicino a casa sua e che c’era un’ambulanza che lo stava
caricando». Suicidio oppure omicidio? Quelle ecchimosi sul corpo convincono i
parenti che si sia trattato di un delitto efferato.