In Italia ognuno deve avere una fissa
dimora certa, che per chi vive all’estero è l’indirizzo risultante dall’AIRE,
in cui deve essere reperibile. La persona vi deve risiedere la maggior parte
del tempo. L'abbandono dell'indirizzo per motivi vari comporta un’irreperibilità
che può avere delle gravi conseguenze. Innanzitutto teniamo presente che in
Italia sono frequenti le comunicazioni a mezzo lettera raccomandata con avviso
di ritorno. In molti casi queste sono delle notifiche di carattere fiscale, civilistico,
amministrativo o penale.
Può accadere che venga notificato un avviso
di accertamento contenente una maggiorazione d’imposta rilevata d’ufficio che
però è basata su elementi erronei. Potrebbe essere impugnata per richiederne l’annullamento,
ma l’interessato non ne viene a conoscenza in quanto assente. I termini per il
ricorso scadono e la cartella diventa definitiva ed esigibile con conseguente esecuzione
forzata e quindi pignoramenti e vendite all’asta di eventuali beni di proprietà.
Se c'è un coinvolgimento penale, sin dall’inizio
si procede con notifiche che informano l’interessato delle varie fasi di
giudizio e lo invitano a munirsi di un avvocato. La sua assenza non impedisce
che il processo vada avanti fino alla sentenza che sarà sicuramente di
condanna. L’avvocato difensore d’ufficio non lo difenderà, ma si rimetterà
semplicemente alla clemenza della corte. Non potrà nemmeno chiedere la
sospensione condizionale della pena in quanto non autorizzato a questo dall‘imputato.
La sentenza di condanna per mancanza di appello entro i termini passerà in
giudicato e quando la persona condannata si recherà in Italia, nello stesso
punto di frontiera, una volta identificata, verrà arrestata e condotta
direttamente nella casa circondariale dove dovrà scontare la pena. Il mancato
controllo della posta in arrivo può costare quindi molto caro. Qualcuno mi dirà:
“Ma io non ho niente da temere. Sono sempre stato rispettoso della legge e
quindi non potrei mai essere coinvolto in un procedimento penale”. In Italia
può succedere di tutto. È successo a un commercialista di mia conoscenza che aveva
avuto un cliente che una volta fallito e accusato di bancarotta fraudolenta, patteggiando,
lo coinvolse nel reato, dicendo che aveva distrutto le fatture perché tale
commercialista glielo aveva suggerito Tanto bastò perché a carico del commercialista,
che in quel tempo soggiornava in un’altra città, si avviasse un processo penale
che si svolse fino alla fine e cioè fino alla sentenza di condanna a due anni
di reclusione. Per un caso della vita, rientrato a casa sua, trovò nella
cassetta delle lettere una cartolina di avviso postale, andò in posta e vide
che si trattava della notifica di una sentenza di condanna. I termini per l’appello
per fortuna non erano ancora decorsi. Si rivolse ai suoi avvocati e dopo aver
speso un bel po' di quattrini riuscì a uscirne fuori nell'unico modo possibile
in Italia che non è una sentenza di assoluzione, ma la prescrizione.
Queste cose sono più frequenti di quello
che sembra. Conosco anche una persona che venne denunciata da un albergatore
per mancato pagamento del conto. Si instaurò un processo che andò avanti all’insaputa
dell’imputato e che si chiuse con una sentenza di condanna a tre mesi di
reclusione passata poi in giudicato. La persona di mia conoscenza, una volta rientrata
in Italia, venne identificata al punto di frontiera e venne arrestata e condotta
alla casa circondariale dove scontò la sua pena.
Queste sono cose che capitano molto più
spesso di quanto sembra. Innanzitutto ricordiamo che ormai è di moda in Italia che
quando qualcuno viene accusato di qualcosa per alleggerire la sua posizione
accusi qualcun altro e tanto meglio se questa persona accusata è all'estero e non
può venire a conoscenza di nulla. Può capitare anche che ci sia un caso di
omonimia. Può capitare infine che si faccia il nome della persona in un colloquio
telefonico intercettato. La conclusione è sempre un’immancabile sentenza di
condanna passata in giudicato.
Fare gli struzzi non giova. Ci vuole una
fissa dimora dove ricevere le notifiche. Per i residenti all’estero questa
equivale al domicilio dichiarato all’atto di iscriversi all’AIRE.