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martedì 18 aprile 2017

Notifiche a vuoto e sentenze di condanna passate in giudicato. Chi è assente facilmente può finire in galera.




In Italia ognuno deve avere una fissa dimora certa, che per chi vive all’estero è l’indirizzo risultante dall’AIRE, in cui deve essere reperibile. La persona vi deve risiedere la maggior parte del tempo. L'abbandono dell'indirizzo per motivi vari comporta un’irreperibilità che può avere delle gravi conseguenze. Innanzitutto teniamo presente che in Italia sono frequenti le comunicazioni a mezzo lettera raccomandata con avviso di ritorno. In molti casi queste sono delle notifiche di carattere fiscale, civilistico, amministrativo o penale.
Può accadere che venga notificato un avviso di accertamento contenente una maggiorazione d’imposta rilevata d’ufficio che però è basata su elementi erronei. Potrebbe essere impugnata per richiederne l’annullamento, ma l’interessato non ne viene a conoscenza in quanto assente. I termini per il ricorso scadono e la cartella diventa definitiva ed esigibile con conseguente esecuzione forzata e quindi pignoramenti e vendite all’asta di eventuali beni di proprietà.
Se c'è un coinvolgimento penale, sin dall’inizio si procede con notifiche che informano l’interessato delle varie fasi di giudizio e lo invitano a munirsi di un avvocato. La sua assenza non impedisce che il processo vada avanti fino alla sentenza che sarà sicuramente di condanna. L’avvocato difensore d’ufficio non lo difenderà, ma si rimetterà semplicemente alla clemenza della corte. Non potrà nemmeno chiedere la sospensione condizionale della pena in quanto non autorizzato a questo dall‘imputato. La sentenza di condanna per mancanza di appello entro i termini passerà in giudicato e quando la persona condannata si recherà in Italia, nello stesso punto di frontiera, una volta identificata, verrà arrestata e condotta direttamente nella casa circondariale dove dovrà scontare la pena. Il mancato controllo della posta in arrivo può costare quindi molto caro. Qualcuno mi dirà: “Ma io non ho niente da temere. Sono sempre stato rispettoso della legge e quindi non potrei mai essere coinvolto in un procedimento penale”. In Italia può succedere di tutto. È successo a un commercialista di mia conoscenza che aveva avuto un cliente che una volta fallito e accusato di bancarotta fraudolenta, patteggiando, lo coinvolse nel reato, dicendo che aveva distrutto le fatture perché tale commercialista glielo aveva suggerito Tanto bastò perché a carico del commercialista, che in quel tempo soggiornava in un’altra città, si avviasse un processo penale che si svolse fino alla fine e cioè fino alla sentenza di condanna a due anni di reclusione. Per un caso della vita, rientrato a casa sua, trovò nella cassetta delle lettere una cartolina di avviso postale, andò in posta e vide che si trattava della notifica di una sentenza di condanna. I termini per l’appello per fortuna non erano ancora decorsi. Si rivolse ai suoi avvocati e dopo aver speso un bel po' di quattrini riuscì a uscirne fuori nell'unico modo possibile in Italia che non è una sentenza di assoluzione, ma la prescrizione.
Queste cose sono più frequenti di quello che sembra. Conosco anche una persona che venne denunciata da un albergatore per mancato pagamento del conto. Si instaurò un processo che andò avanti all’insaputa dell’imputato e che si chiuse con una sentenza di condanna a tre mesi di reclusione passata poi in giudicato. La persona di mia conoscenza, una volta rientrata in Italia, venne identificata al punto di frontiera e venne arrestata e condotta alla casa circondariale dove scontò la sua pena.
Queste sono cose che capitano molto più spesso di quanto sembra. Innanzitutto ricordiamo che ormai è di moda in Italia che quando qualcuno viene accusato di qualcosa per alleggerire la sua posizione accusi qualcun altro e tanto meglio se questa persona accusata è all'estero e non può venire a conoscenza di nulla. Può capitare anche che ci sia un caso di omonimia. Può capitare infine che si faccia il nome della persona in un colloquio telefonico intercettato. La conclusione è sempre un’immancabile sentenza di condanna passata in giudicato.
Fare gli struzzi non giova. Ci vuole una fissa dimora dove ricevere le notifiche. Per i residenti all’estero questa equivale al domicilio dichiarato all’atto di iscriversi all’AIRE.