“Non ho mai fatto
nulla di male”. Si difende così dalla sua villa di lusso in Repubblica
Dominicana Luis Rubiales, l'ex presidente della Federcalcio spagnola (Rfef) è
ora protagonista di un ordine di arresto internazionale per reati ancor più
gravi. La giudice Delia Rodrigo sta indagando su una presunta distrazione di fondi
dalla RFEF tramite criptovalute e sull'assegnazione irregolare di appalti a
imprese edili a lui vicine. Una parte del denaro sarebbe finita direttamente
sui conti di Rubiales e del suo entourage. Sarebbero decine i contratti
irregolari firmati negli ultimi cinque anni dall'ex padre padrone del calcio
iberico, tra cui quello per il trasferimento della Supercoppa di Spagna in
Arabia Saudita, dove la competizione si è tenuta già quattro volte, in cambio
di 40 milioni di euro l'anno. Sussiste il sospetto, stando alle indiscrezioni, che
l'operazione abbia coperto reati di corruzione e riciclaggio. Mercoledì la
polizia ha perquisito sia l'abitazione di Rubiales a Granada sia la sede della Federcalcio.
Rubiales era stato sospeso a settembre per l'aggressione sessuale ai danni
della calciatrice Jenni Hermoso, cui aveva imposto un bacio, tutt'altro che
gradito, dopo la vittoria della Spagna nella coppa del mondo femminile. Gli
scheletri nel suo armadio sarebbero però ben più pesanti, fino a spingerlo a
chiedere la cittadinanza in Repubblica Dominicana dove sta costruendo
appartamenti di lusso a Punta Cana. A rischio non c'è solo la sua libertà ma
pure i mondiali di calcio 2030 in Spagna. “Quello della nazionalità dominicana
è falso. Cosa non si capisce del fatto che mi guadagno la vita qui? Lavoro qui.
Sono qui più che in Spagna. Cerco di generare risorse perché ho una famiglia”,
ha dichiarato recentemente Rubiales che verrà raggiunto dalle sue tre figlie e
dall’ex moglie per trascorrere insieme le vacanze di Pasqua a Punta Cana. Il
suo ritorno a Madrid è previsto per il 6 aprile.