Si tratta di un
caso che ha attirato l'attenzione dell’opinione pubblica. Antonio Figuereo
Bautista, alias Kiko la Quema è morto nel corso di una sparatoria con la
polizia. Era in cima alla lista dei ricercati e lo stesso Presidente della
Repubblica l'aveva invitato nel mese di novembre scorso a consegnarsi alla
polizia.
Le autorità accusavano Figuereo Bautista di essere il capo di una potente struttura criminale dedita al traffico di droga e di armi di grosso calibro. Nel suo curriculum figurano omicidi, rapine rapimenti, microtraffico, estorsioni, invasioni di terre e riciclaggio di denaro. Oltre che di questi reati, viene accusato di essere stato un predatore sessuale di ragazze minorenni .
Per la gente di Cambita,
la cittadina in provincia di San Cristobal dove era nato e dove operava, Kiko
la Quema era una specie di Robin Hood: proteggeva i concittadini dalla
criminalità comune, acquistava medicine e cibo ai più bisognosi. Un vero e
proprio benefattore. Al suo servizio c'erano diversi agenti di polizia
addirittura anche un tenente colonnello.
Un delinquente pericoloso.
Il primo della “lista dei senza scrupoli” secondo il Presidente della Repubblica.
Eppure al suo funerale hanno partecipato centinaia di persone, per lo più
giovani, che lo hanno acclamato come benefattore eroico della loro comunità.