Si tratta del
titolo di un post di quasi sette anni fa. Sono parole del cav. Angelo Viro,
vicepresidente della Casa de Italia, già membro del Comites Panama e
imprenditore di successo, pronunciate in un'intervista rilasciata in Messico.
L'esortazione alla protesta è rivolta agli italo-messicani, ma vale
perfettamente anche per noi, italiani residenti a Santo Domingo.
"Penso che
bisogna protestare. Innanzitutto bisogna protestare perché spesso ci abituiamo
a questo mal servizio. Ci abituiamo ad essere trattati male, ad accettare che
l’ambasciatore, il console siano semidei. Sono semplicemente persone che
vengono a lavorare. È inconcepibile che un consolato apra soltanto due ore al
giorno. E allora quello che si dovrebbe fare è protestare. Il Comites, le
associazioni che si trovano qui devono protestare. Se tutti tacciono e non si
fa la protesta questa non arriva a Roma. Quando si protesta se sono presenti
anche i parlamentari che l'appoggiano meglio, ma io sono convinto che anche chi
viene a lavorare viene a occuparsi del servizio al pubblico. In due ore non si
può ricevere nessuno. Non è possibile che si facciano due ore di sportello e,
dopo, altre sette, otto ore di incartamenti burocratici. È inconcepibile e
quindi protestate, protestate in modo logico e chiaro. Noi ci siamo resi conto
che dovevamo protestare per ottenere certe cose, ma la protesta in fondo aiuta
anche il consolato perché non si sa realmente quanto personale ci sia, perché
se hanno poco personale non possono fare più di due ore, ma il consolato,
l’ambasciata può anche prendere la decisione di assumere personale locale in
grado di svolgere le pratiche burocratiche e di agilizzarle."
Il cav. Angelo
Viro è stato uno dei promotori del ricorso al TAR contro il decreto di chiusura
della nostra ambasciata, accolto in primo grado e respinto dal Consiglio di
Stato. Da queste sentenze abbiamo appreso molte cose delle quali ci potremo
avvalere sempre. Un ricorso costoso pagato di tasca propria da parte dei
promotori. Una dimostrazione incontrovertibile di amore verso la patria, che
poi si è riconfermato in numerosi altri episodi, come ad esempio nei controlli
eseguiti personalmente dell'operato del consolato onorario e della società alla
quale sono stati esternalizzati i visti.
Angelo Viro non
ha peli sulla lingua, dice le cose come sono. Gli si deve dare il merito di
essersi battuto a tutto campo per la riapertura della nostra ambasciata, senza
mai perdere la speranza. Ha conservato gelosamente la bandiera italiana
dell'ambasciata chiusa a fine 2014 e l'abbiamo visto riconsegnarla al capo
missione quando il 2 febbraio del corrente anno questa è stata riaperta. Le sue
parole sono state commoventi. Un esempio da seguire, un punto di riferimento
per tutti noi al di là delle idee politiche, perché è ora che capiamo che la
sovranità non è in mano a chi ha il potere, ma a chi protesta, e quando una
comunità, un popolo protesta "in modo logico e chiaro" non c'è
governo e burocrate che tenga.
La protesta,
quindi, è fondamentale e prescinde dalla politica e addirittura dall'appoggio
di qualche politico. La protesta è sovrana, deve essere dirompente senza
smettere mai di essere logica e chiara. Su questo la nostra comunità deve avere
le idee chiare.
Dal Cav. Angelo
Viro abbiamo imparato tanto e questo è uno dei motivi per cui abbiamo uno dei
Comites che meglio svolge la sua funzione istituzionale al mondo.